Migranti morti, “vergogna dell'umanità”

Non posso non pensare quello che dice il Papa. Non per dovere di bottega, ma soprattutto perché effettivamente è il Vangelo che ce lo chiede. In fondo Gesù non ha fatto altro che farsi prossimo soprattutto a coloro i quali erano scartati e oggi, tra i tanti scartati e tra le tante realtà veramente problematiche che chiedono un po' la nostra attenzione, il nostro sguardo, il nostro ascolto, c'è sicuramente il tema della mobilità umana, il tema dell'immigrazione”. Le parole pronunciate ieri durante l'udienza alle famiglie francescane trovano eco nel commento del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana monsignor Nunzio Galantino. Il Pontefice aveva sottolineato come i nuovi lebbrosi siano gli emarginati, i disoccupati e i migranti. Il segretario della Cei ha parlato a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'istituto teologico salernitano del Seminario metropolitano “Giovanni Paolo II” di Pontecagnano Faiano (Salerno). Ricordando la morte delle 26 giovani migranti sbarcate a Salerno, Galantino l'ha definita “una vergogna dell'umanità che interpella tutti, non soltanto la Chiesa”. E ha aggiunto che il tema della mobilità umana “esige che tutti quanti, non solo la Chiesa ma anche lo Stato, l'affrontino in un contesto di legalità che – ha aggiunto – è e resta il primo passo verso una politica intelligente dell'accoglienza”.

Riferendosi ai rapporti tra Islam e cattolicesimo, a proposito delle celebrazioni interreligiose dei funerali nel cimitero di Salerno delle giovani migranti, ai quali erano presenti l'arcivescovo di Salerno e l'imam della comunità musulmana di Battipaglia, il segretario della Cei ha affermato che “è brutto dover constatare come, per dover dialogare, tante volte c'è bisogno di farlo davanti a delle bare. Sarebbe meglio e più bello se un po' tutti, con le motivazioni serie e fondate, riuscissimo a dialogare per poter unire le forze e poter evitare anche che esistano questi morti”.