Le nuove monete vaticane in euro saranno senza il volto del Pontefice

Rivoluzione numismatica in Vaticano. Sulla nuove monete in euro che saranno coniate a partire dal prossimo marzo, infatti, non sarà più raffigurato il volto di Papa Francesco, ma solo il suo stemma episcopale. Le monete in euro hanno infatti un lato uguale per tutti i Paesi dell’Unione e un lato caratterizzato da immagini scelte dai differenti Stati.

Secondo quanto riferito dai siti specializzati di numismatica, sarebbe stato lo stesso Bergoglio a richiedere all’ufficio Filatelico e Numismatico del Vaticano di non far più apparire la sua immagine nelle valute di tutti gli Stati, compreso quello della Santa Sade. Al posto della sua figura verrà raffigurato lo stemma papale scelto dal pontefice al momento della consacrazione episcopale, nel cui scudo è riportato il motto Miserando atque eligendo, espressione tratta da un’omelia di Beda il Venerabile, santo e dottore della Chiesa e traducibile come “Lo guardò con misericordia e lo scelse”.

La decisione è riportata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (Guue) fonte di cognizione ufficiale della Ue che, tra le altre cose, informa i consumatori su tutti i cambiamenti in corso, come le emissioni speciali numismatiche e filateliche (normalmente legate ad anniversari o eventi particolari).

In questi quindici anni di entrata in vigore della nuova moneta europea, gli euro vaticani hanno rappresentato non solo i volti dei tre Papi che si sono succeduti (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco) ma anche una partita per ricordare il periodo di ‘sede vacante’, con la rappresentazione in quell’occasione dello stemma episcopale del Camerlengo e non – ovviamente – di quello papale, non ancora eletto.

Già altri Papi prima di Francesco avevano adottato la sua medesima linea, “scomparendo” da monete, medaglie e banconote. Lo fece, ad esempio, Paolo VI Montini, dal 1970 fino alla morte, avvenuta prematuramente nel 1978. Una scelta di umiltà in linea con le caratteristiche del pontificato di Francesco e con l’idea di una “Chiesa povera per i poveri”.