“L’ANZIANITA’ E’ UNA VOCAZIONE, CONTIENE UNA GRAZIA E UNA MISSIONE”

Come annunciato la settimana scorsa, Papa Francesco ha dedicato la riflessione dell’Udienza Generale del mercoledì al tema dei nonni. ​L’età anziana contiene “una grazia e una missione”, e una delle testimonianze che può venire ai giovani da questo periodo della vita è la “fedeltà”. “Anch’io appartengo a questa fascia di età. Quando sono stato nelle Filippine, il popolo mi salutava dicendo: ‘Lolo Kiko’ – cioè nonno Francesco”. E ha proseguito aggiungendo: “E’ vero che la società tende a scartarci, ma di certo non il Signore. Lui ci chiama a seguirlo in ogni età della vita, e anche l’anzianità è una vocazione”.

Il Papa ha poi continuato spiegando che si tratta di un periodo della vita diverso dai precedenti, “dobbiamo un pò inventarcelo, perché le nostre società non sono pronte, spiritualmente e moralmente, a dare ad esso il suo pieno valore”. Il tempo libero può essere vissuto come dono, facendo riferimento alla testimonianza di numerosi anziani che si spendono per gli altri o di coppie che arrivano al 50° anno di matrimonio, “io dico – ha esclamato Bergoglio – ma facciamolo vedere ai giovani che si stancano presto! La testimonianza degli anziani nella fedeltà”.

Dopo aver ricordato le figure evangeliche di Anna e Simeone, che riconobbero Gesù presentato al tempio come il Messia, ha esortato: “Cari nonni, cari anziani, mettiamoci nella scia di questi vecchi straordinari! Diventiamo anche noi un pò poeti della preghiera: prendiamo gusto a cercare parole nostre, riappropriamoci di quelle che ci insegna la Parola di Dio. E’ un grande dono per la Chiesa, la preghiera dei nonni e degli anziani! E’una ricchezza! Una grande iniezione di saggezza anche per l’intera società umana: soprattutto per quella che è troppo indaffarata, troppo presa, troppo distratta”.

Gli anziani dunque come medicina per queste nuove generazioni sempre più educate alla “frenesia” e al “tutto e subito”, e ha preso come esempio la scelte di Benedetto XVI che ha deciso di dedicare gli ultimi anni della sua vita alla preghiera. “Un grande credente del secolo scorso, di tradizione ortodossa, Olivier Clément, diceva: ‘Una civiltà dove non si prega più è una civiltà dove la vecchiaia non ha più senso. E questo è terrificante, noi abbiamo bisogno prima di tutto di anziani che pregano, perché la vecchiaia ci è data per questo”.

Il Papa ha poi sottolineato come in questa fase della vita gli anziani hanno la possibilità di pregare per le generazioni future e allo stesso tempo dare dignità alla memoria e ai sacrifici di quelle passate. “Noi possiamo ricordare ai giovani ambiziosi che una vita senza amore è una vita arida. Possiamo dire ai giovani paurosi che l’angoscia del futuro può essere vinta. Possiamo insegnare ai giovani troppo innamorati di sé stessi che c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.

A conclusione Francesco ha dato alcune indicazioni sulla preghiera, ricordando che questa purifica incessantemente il cuore, la lode e la supplica invece prevengono l’indurimento del cuore, allontanando la malattia del risentimento e dell’egoismo. ” Com’è brutto il cinismo di un anziano che ha perso il senso della sua testimonianza, disprezza i giovani e non comunica una sapienza di vita”. Gli anziani hanno il compito di sostenere e indirizzare le nuove generazioni, trasmettendo loro la fede e il desiderio di vita. “Come vorrei – ha concluso Francesco – una Chiesa che sfida la cultura dello scarto con la gioia traboccante di un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani! E questo è quello che oggi chiedo al Signore, questo abbraccio!”.