Chiesa Cattolica

La prima messa in arabo per dare voce a chi soffre

Un segno di fede profonda che unisce le due sponde del Mediterraneo. Prima messa in arabo dalla Basilica di Santa Rita a Cascia per rafforzare il legame con il popolo libanese. Il paesi dei cedri da sempre ha una grande devozione per la santa degli “Impossibili“. Si è svolta con rito maronita ed è stata officiata da padre Charbel Bteich. “Con questa nuova iniziativa– spiega la priora suor Maria Rosa Bernardinis- si ha la possibilità di rilanciare un nuovo messaggio. Di speranza e di pace per tutto il territorio libanese. E in generale per tutti i luoghi che sono alle prese con i conflitti. Da 20 anni a questa parte ogni giorno in monastero recitiamo il rosario della pace. Consapevoli che il messaggio di Santa Rita, donna appunto di pace, oltrepassa tutti i confini“.

La statua di santa Rita da Cascia realizzata in Libano

La santa degli “impossibili”

“Oggi con la situazione pandemica che si sta vivendo – ha aggiunto la religiosa – della preghiera, anche in lingua araba, ce n’è ancora più bisogno. Perché supera i confini, i muri e gli spazi e quindi raggiungere i cuori”. “La messa in lingua araba ha il significato di desiderare di vivere in comunione. Di sentirsi vicini. Di sapere che per camminare e costruire il bene, c’è bisogno dello sforzo di tutti e del cuore di tutti”, sottolinea il rettore della Basilica. Padre Luciano De Michieli è il promotore dell’iniziativa che si ripeterà con cadenza periodica fino al prossimo maggio.

Suor Maria Rosa Bernardinis, Priora del Monastero Santa Rita di Cascia

L’urlo dei sofferenti

“Sentire risuonare questo rito in nella nostra chiesa è stato bellissimo- osserva-. E’ stato un momento di preghiera molto alto, molto profondo. Dentro questa preghiera c’era anche l’urlo di tanta gente che soffre“. La celebrazione è stata trasmessa in diretta streaming sui canali social-web del monastero di Santa Rita. Una diretta che ha visto una regista d’eccezione, suor Maricar Buenaobra. La giovane religiosa filippina, da quando è sopraggiunta la pandemia, ha preso il “controllo” delle trasmissioni. racconta all’Ansa suor Maricar:”E’ emozionante sapere che il messaggio che parte da qui può raggiungere tutto il mondo“.

Paola Anderlucci

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