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IL PONTEFICE CONTRO I VEGGENTI: “NON E’ IDENTITA’ CRISTIANA”

“Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più”. L’affondo di Papa Francesco nei confronti di chi afferma di parlare a nome della Madre di Dio arriva durante l’Omelia di Santa Marta. Nelle parole del Pontefice non c’è alcun riferimento specifico a Medjugorje, ma il fatto che arrivino a pochi giorni dal viaggio in Bosnia, non sembra un caso. Fra l’altro Bergoglio, dopo la visita a Sarajevo, ha annunciato che al più presto prenderà una decisione sulle presunte apparizioni della Vergine Maria nella località slava basandosi sul “buon lavoro” svolto a proposito dalla commissione convocata a suo tempo da Benedetto XVI.

Nel suo commento alle scritture Francesco ha aspramente criticato quelli “che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana” e hanno “dimenticato che sono stati scelti, unti, che hanno la garanzia dello Spirito”. Partendo dalle parole di San Paolo ai Corinzi ha spiegato che “per arrivare a questa identità cristiana Dio ci ha fatto fare un lungo cammino di storia” fino a quando inviò suo Figlio. “Anche noi – ha soggiunto – dobbiamo fare nella nostra vita un lungo cammino, perché questa identità cristiana sia forte” così da poterne dare “testimonianza”. “E` un cammino – ha ripreso – che possiamo definire dalla ambiguità alla vera identità”. E` vero, ha proseguito, “c`è il peccato, e il peccato ci fa cadere, ma noi abbiamo la forza del Signore per alzarci e andare con la nostra identità. Ma io direi anche che il peccato è parte della nostra identità: siamo peccatori, ma peccatori con la fede in Gesù Cristo. E non è soltanto una fede di conoscenza, no. E` una fede che è un dono di Dio e che è entrata in noi da Dio. E` Dio stesso che ci conferma in Cristo. E ci ha conferito l`unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la caparra, il pegno dello Spirito nei nostri cuori. E` Dio che ci dà questo dono dell`identità”.

Fondamentale, ha aggiunto Papa Francesco, “è essere fedele a quest`identità cristiana e lasciare che lo Spirito Santo, che è proprio la garanzia, il pegno nel nostro cuore, ci porti avanti nella vita”. Non siamo persone che vanno “dietro ad una filosofia”, ha avvertito, “siamo unti” e abbiamo la “garanzia dello Spirito”. L`identità cristiana è concreta, non una religione soft. “E` un’identità bella – ha detto ancora – che si fa vedere nella testimonianza. Per questo Gesù ci parla della testimonianza come il linguaggio della nostra identità cristiana”. E questo anche se l`identità cristiana, giacché “siamo peccatori, è tentata, viene tentata; le tentazioni vengono sempre” e l’identità “può indebolirsi e può perdersi”. Il Papa mette in guardia da due vie pericolose: “Prima quella del passare dalla testimonianza alle idee, annacquare la testimonianza. `Eh sì, sono cristiano. Il cristianesimo è questo, una bella idea. Io prego Dio`. E così, dal Cristo concreto, perché l’identità cristiana è concreta – lo leggiamo nelle Beatitudini; questa concretezza è anche in Matteo 25: l’identità cristiana è concreta – passiamo a questa religione un po’ soft, sull’aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c`è lo scandalo. Questa identità cristiana è scandalosa. E la tentazione è: `No, no, senza scandalo`”.

“La croce – ha detto il Papa – è uno scandalo” e quindi c`è chi cerca Dio “con queste spiritualità cristiane un po’ eteree”, gli “gnostici moderni”. Un`altra strada per fare passi indietro nell`identità cristiana, ha aggiunto, è la mondanità: “Allargare tanto la coscienza che lì c`entra tutto. ‘Sì, noi siamo cristiani, ma questo sì…’ Non solo moralmente, ma anche umanamente. La mondanità è umana. E così il sale perde il sapore. E vediamo comunità cristiane, anche cristiani, che si dicono cristiani, ma non possono e non sanno dare testimonianza di Gesù Cristo. E così la identità va indietro, indietro e si perde, e questo nominalismo mondano che noi vediamo tutti i giorni. Nella storia di salvezza Dio, con la sua pazienza di Padre, ci ha portato dall`ambiguità alla certezza, alla concretezza dell`incarnazione e la morte redentrice del suo Figlio. Questa è la nostra identità”.

Daniele Vice

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