Francesco: “Provo dolore e vergogna”

Con una lettera indirizzata ai vescovi della Conferenza episcopale del Cile, Papa Francesco ha espresso la “profonda impressione” che ha provato dopo aver ricevuto l'informativa – un totale di 2.300 pagine – di monsignor Charles Scicluna, arcivescovo di Malta e presidente del Collegio per l'esame di ricorsi (in materia di reati più gravi) alla Sessione ordinaria della Congregazione per la dottrina della fede, e di monsignor Jordi Bertomeu, ufficiale della stessa Congregazione, inviati del Papa a Santiago del Cile per valutare testimonianze di casi di abusi su minori da parte di rappresentanti della Chiesa.

Come si legge in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, diffuso il 30 gennaio 2018, il Pontefice aveva deciso di inviare monsignor Scicluna oltreoceano, in seguito ad alcune informazioni pervenute in merito al caso di monsignor Juan de la Cruz Barros Madrid, vescovo di Osorno in Cile, accusato da alcuni suoi fedeli di aver coperto Fernando Karadima, condannato dalla congregazione per la Dottrina della Fede per abusi sessuali su minori. Papa Francesco, in Cile aveva dichiarato: “Il giorno che mi portano prove contro il vescovo Barros, parlerò. Non c'è una sola evidenza contro di lui. Questa è calunnia. Chiaro?”. Parole che avevano suscitato grande scalpore. 

“Dolore e vergogna per tante vite crocifisse”

“Credo di poter affermare che tutte le testimonianze raccolte parlano in modo diretto senza aggiunte né edulcorazioni, di tante vite crocifisse e vi confesso – si legge nella missiva indirizzata ai Vescovi cileni – che questo mi provoca dolore e vergogna“. Francesco parla della necessità di “ristabilire la fiducia nella Chiesa, fiducia rotta dai nostri errori e peccati, per sanare alcune ferite che non smettono di sanguinare” nella società cilena. 

La richiesta di perdono per “gravi equivoci di valutazione”

Inoltre, nella missiva, Papa Francesco ha riconosciuto “e voglio trasmetterlo fedelmente, che sono incorso in gravi errori di valutazione e percezione della situazione, in particolare per mancanza di informazioni veritiere ed equilibrate. Fin da ora – aggiunge il successore di Pietro – mi scuso con tutti quelli che ho offeso e spero di poterlo fare personalmente, nelle prossime settimane, negli incotri che avrò con rappresentanti delle persone intervistate”. 

La convocazione dei vescovi cileni in Vaticano

“Tenendo in considerazione tutto ciò – specifica poi – mi rivolgo a voi, riuniti nella 115esima assemblea plenaria, per chiedere umilmente la vostra collaborazione e assistenza nel discernimento delle misure a breve, media e lunga scadenza che dovrebbero essere adottate per ripristinare la comunione ecclesiale in Cile con lo scopo di riparare il più possibile lo scandalo e ristabilire la giustizia”. E poi l'annuncio: “Penso di convocarvi a Roma per dialogare sulle conclusioni della citata visita e le mie conclusioni”. “Ho pensato in questo incontro – spiega il Pontefice – come un momento fraterno, senza pregiudizi né idee preconcette, con il solo scopo di far risplendere la verità nelle nostre vite. Per quanto riguarda la data chiedo al vostro segretario generale di farmi conoscere le possibilità”.