Duns Scoto e l’Immacolata

Al momento della sua beatificazione, Giovanni Paolo II lo definì "Dottore dell'Immacolata". Un episodio della sua vita spiega il perché

Duns Scoto

Il filosofo e teologo Giovanni Duns Scoto nacque tra il 1265/1266 a Duns, in Scozia, e morì a Colonia, in Germania, l’8 novembre del 1308. Egli era stato soprannominato “Doctor Subtilis”, termine usato nella filosofia medievale per designare il maestro delle argomentazioni raffinate e ricche di distinzioni e profondità della dottrina. Egli indossò il saio francescano nel 1278, mentre venne ordinato sacerdote a Northampton, in Inghilterra nel 1291.

Duns Scoto, “Dottore dell’Immacolata”

La vita di Giovanni Duns Scoto, si può riassumere con la frase scolpita sulla sua tomba: “Scotia me genuit / Anglia me suscepit / Gallia me docuit / Colonia me tenet”. ( La Scozia mi generò, l’Inghilterra mi nutrì, la Francia mi istruì, Colonia mi tiene). Giovanni Paolo II che il 20 marzo del 1993 lo proclamerà beato, nella catechesi del 5 giugno 1996 lo definirà “Dottore dell’Immacolata”, perché con la sua dottrina ha offerto alla Chiesa la chiave per superare le obiezioni circa l’Immacolata Concezione di Maria. A tal proposito vale la pena ricordare, quanto accaduto a Duns Scoto nel 1305 all’Università di Sorbona a Parigi, parlando davanti a scienziati, teologi e filosofi, relativamente ai meriti e ai privilegi e alle grazie con le quali Dio avrebbe arricchito Maria di Nazareth.

“Fammi degno di lodarti”

Egli incamminandosi nell’aula magna dell’Università, si soffermò davanti ad una statua della Madonna rivolgendole poche parole di preghiera: “Vergine, fammi degno di lodarti”. Si racconta che questa statua chinò il capo in segno di approvazione. Il filosofo scozzese rasserenato iniziò il suo intervento: “Dio poteva concedere a Maria anche il privilegio di essere concepita senza il peccato originale. Poteva fare in modo che il male non contaminasse quell’anima che doveva abitare nel corpo della futura Madre di Dio. Era così decorosa che il nemico di Dio non avesse sfiorato con la colpa di origine quell’anima; questo Dio volle e lo fece…”.