Nelle parrocchie uzbeke è il carisma salesiano dell’oratorio a prendersi cura dei giovani. Oltre a quella di Samarcanda, in Uzbekistan si contano altre quattro parrocchie. E circa 3.000 battezzati. Sono circa 700 i fedeli presenti nella capitale Tashkent. A cui se ne aggiungono altri presenti tra Bukhara, Urgench e Fergana. Ad Angren, dove si progetta di costruire una nuova chiesa, vi sono 25 fedeli. La popolazione uzbeka è composta da 30 milioni di abitanti. Ed è al 90% musulmana. Circa il 3,5% è di fede cristiana ortodossa russa. Mentre un altro 3% comprende piccole comunità cristiane di altre confessioni. Inclusi i cattolici.
L’oratorio come luogo di incontro. Conoscenza. Gioco. Relazione umana. Socializzazione positiva. Di gioia e annuncio del Vangelo. Con questo spirito i sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato di Samarcanda hanno allestito un piccolo oratorio. Nella chiesa di San Giovanni Battista. Allestendo un campo da calcio. Da basket. E da pallavolo. Nell’area esterna adiacente alla parrocchia. La speranza è che soprattutto ragazzi e giovani possano avvicinarsi. E conoscere la realtà della comunità. A raccontarlo a Fides è il parroco padre Ariel Alvarez Toncovich: “Accanto alla nostra chiesa c’era uno spazio grande e vuoto. Così abbiamo deciso di sistemarvi delle porte da calcio. Una rete da volley. Due canestri da basket. E altri giochi per bambini”.
Il fine è quello di dar vita all’oratorio. Secondo lo stile di Don Bosco. Un aspetto della pastorale che è molto caro al carisma dell’Istituto del Verbo Incarnato. “Don Bosco diceva che per avvicinare i più giovani bisogna dar loro qualcosa da fare- evidenzia il religioso-. La preghiera deve essere l’attività principale. Ma non esclusiva. Per questo è utile partire da proposte educative che passino attraverso il gioco e lo sport“. Ma sempre con l’accompagnamento dei religiosi. In tal modo potrà nascere amicizia tra bambini e sacerdoti. “Ed è proprio attraverso l’amicizia che si può parlare ai ragazzi di Dio- precisa padre Ariel Alvarez Toncovich-. La nostra parrocchia era un po’ vuota in questo senso. Quindi ci siamo impegnati per dare ai ragazzi qualcosa da fare. Quando vengono a trovarci per pregare”.
Le strutture dedicate al gioco, inoltre, possono rappresentare un utile strumento di apostolato. Racconta a tal proposito padre Alvarez: “Il campo ufficialmente è riservato ai parrocchiani. Ma alcuni giorni fa alcuni ragazzi non cattolici ci hanno chiesto di giocare a basket. Abbiamo acconsentito. Ed è stata un’opportunità per parlare con loro e per farci conoscere. Probabilmente, questo in altre realtà rappresenterebbe solo una piccola cosa. Ma per noi è un’opportunità molto grande per farci conoscere dai ragazzi. Trascorrere del tempo con loro. Educare. Ed evangelizzare”.
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