Categories: Chiesa Cattolica

“Chiese piene e vocazioni aumentate dopo il genocidio”

La violenza della guerra e la sofferenza hanno portato “la gente molto vicina a Dio: le chiese sono piene. Le vocazioni sono aumentate: molti ragazzi vogliono mettersi al servizio della Chiesa e abbiamo il problema di non essere in grado di formarli tutti come si deve”. E' quanto afferma mons. Antoine Kambanda, vescovo di Kibungo in Ruanda, di recente ospite del vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, in un’intervista pubblicata dal settimanale diocesano “Il Nuovo Torrazzo”. Il presule traccia il quadro generale della situazione in Ruanda e l'impegno dell'istituzione ecclesiale: “La Chiesa si impegna anche gestendo molte scuole, molte strutture sanitarie e attività di sviluppo. Non si può solo predicare alla gente affamata, bisogna impegnarsi a combattere la povertà”.

Una “pastorale della riconciliazione”

Kambanda racconta il Paese dalla guerra civile a oggi, spiegando che “dopo il genocidio del ’94 che ha distrutto tutte le strutture, le relazioni umane e il tessuto sociale, come Chiesa, in questi anni, abbiamo lavorato molto per la riabilitazione della società, per riparare i rapporti sociali, le strutture sia interiori che esteriori, quelle del cuore e quelle materiali”. Da allora si è verificato “un periodo di emergenza: mancavano cibo, medicine e scuole”. “Prima abbiamo dovuto sfamare la gente – prosegue -, poi riabilitare i cuori: la via della riconciliazione è stata la nostra pastorale”. Da qui la scelta di aprire “una via di ascolto: ognuno raccontava la sua storia e il suo problema e gli altri ascoltavano senza giudicare, cercando di capire la sofferenza altrui. Quando si condivide la sofferenza, anche colui che ha fatto il male riesce a confessare le sofferenze che ha procurato e il suo dispiacere. Questa condivisione ha aperto una via di riconciliazione”.

Perdono e confessioni

Il vescovo racconta così che “abbiamo avuto le confessioni dei crimini e il perdono che le vittime hanno offerto: questo ha dato la forza di vivere ancora in Ruanda”. Nel Paese opera una missione della diocesi di Reggio Emilia, dove più volte si è recato mons. Gianotti. Con lui il vescovo del Ruanda pensa alla “possibilità di organizzare qualcosa insieme”. “Ho parlato con il direttore del centro missionario. L’idea è quella di organizzare qualche forma di scambio tra le due diocesi. Ma è ancora tutto da maturare”.

redazione

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