Chiesa Cattolica

“Coscienza e conoscenza della propria storia e cultura”. La missione della Chiesa in Colombia

In Colombia i missionari della Consolato accompagnano la popolazione indigena. Con un’opera evangelica di promozione umana. Padre Carlos Alberto Zuluaga, missionario della Consolata, racconta a Fides l’impegno missionario in Colombia. E descrive le sfide che i religiosi quotidianamente affrontano. “Sostiamo il lavoro dei nostri missionari con la popolazione degli Emberà Chami- spiega all’agenzia vaticana-. Puntiamo alla formazione organizzativa. E a una vita degna per queste comunità. Soffrono per ferite storiche. E sono vittime del conflitto armato in Colombia. Promuoviamo numerose iniziative. Per creare una coscienza e conoscenza della propria storia, cultura e ricchezza”.

Sos Colombia

Da tempo il tutto territorio della diocesi di Cartago vive una situazione sociale molto problematica. Caratterizzata da degrado e insicurezza. Le sue cause sono varie. Tra queste i progetti di compagnie nazionali e internazionali. Mirano alla creazione di un grande porto sull’oceano Pacifico. Poi c’è l’incombente presenza del narcotraffico. Ad aggravare la situazione l’attività dei gruppi armati illegali. Si registrano, inoltre, numerosi episodi di delinquenza comune. La diocesi di Cartago si trova nella foresta amazzonica. Nel dipartimento colombiano della Valle del Cauca. A circa 200 chilometri a nord circa dalla capitale, Bogotà. Il territorio si estende su una superficie pari a 4500 chilometri quadrati. E conta 59 parrocchie. Ha una popolazione di 417.000 abitanti. Ed è caratterizzato dalla presenza di popoli indigeni. E da una notevole biodiversità.

Zone martoriate

“Si tratta di una delle zone più martoriate. Sia dal lungo conflitto fra esercito, Farc e paramilitari. Sia dal narcotraffico- osserva padre Carlos-. Anni di guerriglia. Di disboscamento. E di sfruttamento incontrollato delle risorse del sottosuolo“. Così si è creato un contesto (sociale e naturale) sfibrato. Lacerato. Ove è necessario reintrodurre progressivamente la fiducia. La progettualità. E l’idea di cura. Sia nelle relazioni fra le persone. Sia in quelle con l’ambiente”. La sensibilizzazione in materia di salute, per esempio, è un’iniziativa lanciata lo scorso anno. E che ora entra nella sua seconda fase. Per elaborare con le comunità soluzioni condivise ai problemi di salute pubblica.

Paola Anderlucci

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