ALL’ANGELUS IL PONTEFICE: “PER CREDERE NON BASTANO I MIRACOLI, SERVE UN CUORE APERTO”

Anche sotto il sole di agosto piazza San Pietro è gremita di pellegrini giunti a Roma per la preghiera dell’Angelus di Papa Francesco. Prendendo spunto dal Vangelo del giorno in cui la gente si scandalizza perché Gesù afferma di essere il vero pane disceso dal cielo, il Pontefice si sofferma sulla dinamica della fede e su come nessuno può andare verso Cristo se non è il Padre ad attirarlo.

“Non basta incontrare Gesù per credere in Lui, non basta leggere la Bibbia, il Vangelo – questo è importante, ma non basta – così come non basta nemmeno assistere a un miracolo. Tante persone sono state a stretto contatto con Gesù e non gli hanno creduto, anzi, lo hanno anche disprezzato e condannato”.

Questo accade quando il cuore dell’uomo è chiuso all’azione dello Spirito di Dio, spiega Francesco ricordando che la fede è “come un seme che sboccia quando ci lasciamo attirare dal Padre verso Gesù e andiamo a Lui con animo aperto, senza pregiudizi”.

Solo così, prosegue Bergoglio, è possibile comprendere le parole di Gesù “Io sono il pane vivo disceso dal cielo.  L’umanità di Cristo è il segno concreto dell’amore di Dio e chi si lascia attirare da questo amore avrà la vita eterna, così come è stato per Maria, che per prima ha accolto la carne di Gesù. Impariamo da Lei, nostra Madre, la gioia e la gratitudine per il dono della fede. Un dono che non è ‘proprietà privata’ ma è da condividere: è per la vita del mondo”.

Francesco si è poi soffermato a ricordare i “tremendi bombardamenti atomici” su Hiroshima e Nagasaki: “A distanza di tanto tempo, questo tragico evento suscita ancora orrore e repulsione. Esso è diventato il simbolo dello smisurato potere distruttivo dell’uomo quando fa un uso distorto dei progressi della scienza e della tecnica. Da ogni terra si levi un’unica voce: no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace! Con la guerra sempre si perde”.