È conosciuta come una tifoseria ribelle e trasgressiva, di chiaro stampo antifascista. La curva del St. Pauli, squadra di Amburgo, in Germania, espone spesso simboli eloquenti, che in realtà sono più conformisti di quanto si possa pensare: falce e martello, stelle a cinque punte, bandiere rosse, icone del “Che”. Ma anche striscioni caratterizzati da un impegno politico – sempre molto politicamente corretto – sui temi d’attualità.
Quello esposto domenica scorsa, tuttavia, affronta una questione storica, una ferita inferta al cuore della Germania. In occasione della gara interna contro la Dinamo Dresda, finita sul campo due a due, dalla curva che si crede ribelle si è visto spuntare uno striscione con la scritta: “Noi festeggiamo 72 anni della realizzazione di questo paesaggio da parte degli alleati”.
Il riferimento è ai devastanti bombardamenti anglo-americani che rasero al suolo l’85% di Dresda tra il 13 e il 15 febbraio 1945. Gli aerei “alleati” sganciarono sulla pregevole città della Germania orientale – conosciuta come la Firenze del Nord per la sua grazia – 1.500 tonnellate di bombe esplosive e 1.200 tonnellate di bombe incendiarie. Il bilancio fu di 130mila persone uccise, secondo le stesse fonti britanniche.
Quello di Dresda è stato considerato un “bombardamento strategico”. Già nel 1944 gli “alleati” avevano pianificato la Operation Thunderclap, la quale prevedeva bombardamenti a tappeto in città dell’est della Germania, coordinati con l’avanzata sovietica, per causare confusione tra la popolazione ed evacuazioni di massa, così da ostacolare l’avanzata delle truppe tedesche da ovest.
La decisione di bombardare Dresda e Berlino fu presa ufficialmente durante la conferenza di Jalta, che si tenne tra il 4 e l’11 febbraio 1945. La tempesta di fuoco generò, oltre alle decine di migliaia di vittime e alle innumerevoli vittime – un gravoso contraccolpo psicologico sulla popolazione tedesca. Tra gli storici è ancora in corso il dibattito sull’opportunità di considerare quell’atto come un “crimine di guerra”.
Nel dopoguerra enormi furono gli sforzi per riportare il centro storico di Dresda a com’era prima del bombardamento. Parzialmente si è riusciti nell’intento, ma tanti edifici antichi e di indubbio valore architettonico sono andati irrimediabilmente perduti e i loro spazi sono stati riempiti da strutture moderne.
Al termine del periodo di bombardamento del febbraio ’45, lo scenario di Dresda fu spettrale. Ed è proprio a questo che si riferisce lo striscione dei tifosi del St. Pauli con il termine “paesaggio”.
Non è la prima volta che i tifosi della squadra di Amburgo prendono di mira i loro avversari della Dinamo Dresda ironizzando in modo macabro sul bombardamento anglo-americano. L’ultimo nel febbraio scorso, da cui scaturì un comunicato di scuse da parte della dirigenza del St. Pauli.
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