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Questionario choc ai bambini: “Ti senti un trans?”

Qual è la tua materia preferita? Ti trovi bene con i tuoi compagni di classe? Si suppone che dovrebbero essere queste le domande da rivolgere a bambini di dieci anni, che frequentano l'ultimo anno di scuola primaria. Il Servizio sanitario britannico, invece, ha pensato di distribuire in classe un questionario per chiedere altro, ossia: Cosa pensi della tua sessualità? E ti senti bene nel corpo con il quale sei nato?

Di che sesso sei?

Come ha rivelato nei giorni scorsi il Telegraph, il modulo è stato diffuso nelle scuole del Lancashire ed ha destato uno scandalo che ha già travalicato la Manica. Addirittura nel questionario viene chiesto ai bambini di indicare quale pensano sia il loro “vero” sesso, con tanto di caselle da barrare con un “x” con le opzioni “maschio”, “femmina” o “altro”.

L'ennesimo tentativo di diffondere l'ideologia gender tra i bambini delle scuole è stato giustificato come un sussidio agli insegnanti per sviluppare “i modi migliori per capire e aiutare” i bambini che potrebbero essere alle prese con una crisi di identità. Non è ancora chiaro, tuttavia, se i bambini verranno chiamati per un colloquio in base alle risposte che hanno dato.

Le critiche

Resta lo sconcerto da parte di molti genitori e di alcuni parlamentari. Porre simili domande, infatti, oltre che un gesto considerato invasivo nei confronti dei bambini, potrebbe suscitare confusione nelle menti infantili. La prova dell'effetto destabilizzante di questa trovata è quanto accaduto a una bambina della città di Leyland: la mamma ha spiegato che la figlia è tornata da scuola in stato di choc dopo esser stata sottoposta a tale questionario. “Non voglio che qualcuno inserisca nella testa di mia figlia che potrebbe non essere felice con il suo genere sessuale”, ha dichiarato la madre. La donna ha quindi chiesto spiegazioni al dirigente scolastico, che si è però giustificato affermando che non era a conoscenza del questionario.

Il clima arcobaleno in Gran Bretagna

Le polemiche sul gender in Gran Bretagna rappresentano ormai la norma. Appena qualche giorno prima, la 'Educate and Celebrate', un'organizzazione finanziata dal Dipartimento all'Istruzione per aiutare le scuole a prevenire la transfobia, aveva distribuito in alcune classi un libro che incoraggia a dubitare sulla propria identità sessuale. Tra le domande proposte ai bambini, ad esempio: “Ha importanza se Tiny è un maschio o una femmina?”, oppure “Dovrebbe essere permesso a Tiny di giocare a calcio e vestirsi da fata?”.

Non mancano gli effetti di questa ondata culturale a tinte arcobaleno. Nelle cliniche britanniche in cui si inizia il percorso per far cambiare sesso ai bambini, è stato stimato nell'ottobre scorso che in media entrano cinquanta bambini a settimana. E il Telegraph riporta, a conferma di questa tendenza, i dati diffusi dall'organizzazione 'Mermaids', che si occupa di dare supporto a giovani trans: negli ultimi tre anni avrebbe avuto un incremento del 700% dei contatti.

Ignazio Statuario

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