Bambini e guerra sono due realtà che dovrebbero restare separate. Eppure sempre più spesso assistiamo all’uso di bambini per la promozione di attività militari, soprattutto da parte dei gruppi fondamentalisti. Bimbi che inneggiano alla jihad, indossano tute mimetiche, impugnano armi o rivendicano la decapitazione di “un infedele”. Il web 2.0 e i social media offrono un facile palcoscenico ai pazzi che insanguinano la Terra, senza alcun rispetto per i diritti più basilari. Questa volta a essere barbaramente e subdolamente sfruttato da parte dell’Isis è un neonato.
La foto stata pubblicata su un profilo Twitter riconducibile proprio agli uomini di al Baghdadi e mostra un bambino di pochi giorni con una pistola e una granata poggiata vicino la testa. Il testo recita: “Questo bambino sarà un rischio per voi e non solo per noi”. Insomma il destino di chi nasce nei teatri di guerra più caldi del pianeta sembra segnato: crescerà conoscendo solo l’odio e la violenza perché il seme della distruzione produca altro sangue.
Oltre alle armi, vicino al piccolo c’è un certificato di nascita emesso dallo Stato Islamico. Lo scatto è stato condiviso da Abu Ward Al-Raqqawi, un attivista siriano che specifica che l’immagine è stata scattata da un membro dell’Isis. Il bimbo, Jrah (che significa “ferita”), è nato il 25 aprile 2015, stando al documento che riporta anche i nomi dei genitori.
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