Non esistono solo i “furbetti del cartellino”, ma anche quelli del “reddito di cittadinanza”, un particolare contributo economico (praticamente, un reddito minimo garantito) approvato nel 2019 dal Governo Conte I sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega versato a disoccupati, inoccupati o lavoratori che percepiscono un reddito inferiore ad una certa soglia. Sempre che non si abbiano problemi con la legge: sono esclusi infatti i soggetti che si trovano in stato detentivo per tutta la durata della pena.
Eppure, recenti controlli a Taranto hanno scoperto 5 “furbetti” che percepivano (indebitamente) il reddito nonostante fossero agli arresti domiciliari. Si tratta – scrive Ansa – di 4 uomini e una donna di età compresa tra i 20 e i 58 anni, tutti residenti a Taranto e con precedenti penali, che all'atto della compilazione della domanda per l'ottenimento del reddito di cittadinanza, avevano omesso di dichiarare di essere sottoposti agli arresti domiciliari oppure avevano omesso di comunicare l'applicazione di tale misura mentre già beneficiavano del bonus. Grave “dimenticanza” la loro, considerando che i domiciliari rappresentano una situazione ostativa all'accoglimento e della domanda e alla continuazione dell'erogazione del beneficio economico. Comunque siano andate le cose, i cinque hanno percepito indebitamente somme comprese tra i 1000 e i 3500 euro ciascuno. Per questo sono state denunciate dai carabinieri di Taranto per “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” e segnalati all'Inps per la revoca del beneficio.
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