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Chiede informazioni sullo stipendio: l’azienda la cancella dalla selezione

Una storia alquanto singolare quella che ha coinvolto Taylor, una giovane britannica che, nel corso di una selezione aziendale per ottenere un posto come grafico in un’azienda canadese, ha visto cancellarsi improvvisamente il secondo colloquio. Il motivo? Aver richiesto informazioni in merito all’eventuale compenso che avrebbe percepito qualora fosse stata assunta. Una vicenda senza dubbio particolare che, assieme alla diretta interessata, ha seminato perplessità in tutto il popolo della rete, con il quale Taylor (attraverso Twitter) ha deciso di condividere questa strana disavventura.

Cosa è successo? A sentirla così non sembrerebbe nulla di particolarmente grave eppure, la richiesta della ragazza sull’aspetto economico della selezione, non ha incontrato il favore della società di food delivery che, nonostante avesse già fissato il secondo appuntamento dopo l’ammissione ottenuta nel corso della prima prova, ha pensato di tirare una riga sul nome della giovane, riscontrando con lei “una mancanza di sintonia” evidenziata proprio dall’avanzamento di tali delucidazioni. Una semplice mail d’informazione, redatta peraltro con la dovuta cortesia, è quindi costata a Taylor la possibilità di giocarsi una chance importante per il suo futuro. Dopo la prima sintetica risposta ottenuta, una seconda mail di chiarimento è stata inviata dalla società canadese, nella quale l’ufficio Risorse umane ha fatto sapere come, “in quanto startup, cerchiamo persone disposte ad affrontare sfide e nuove opportunità. Crediamo nel duro lavoro e nella determinazione nel raggiungere gli obiettivi aziendali e non nell’interesse al compenso”.

Una motivazione che, se da un lato ha sorpreso (e non poco) l’interessata, dall’altro ha scatenato un ampio dibattito virtuale, con le parti equamente bilanciate tra sostenitori dell’una come dell’altra parte in causa. Qualcuno si è infatti schierato al fianco della giovane candidata, sostenendo come le motivazioni dell’azienda non fossero sufficienti a decretare l’annullamento del colloquio; qualcun’altro, invece, ha preso le difese della società canadese, rimarcando su atteggiamenti etici che non sarebbero stati rispettati dalla ragazza nell’avanzare una richiesta di questo tipo. Senza dubbio, al di là della legittimità dei datori di lavoro nell’utilizzare modalità di selezione a loro piena discrezione, è anche vero che il decadimento della candidatura di una potenziale dipendente per una semplice richiesta su una questione che, prima o poi, sarebbe stata inevitabilmente affrontata, risulta un provvedimento quantomeno severo. Del resto, a ben vedere, anche la tempistica utilizzata per formulare la domanda, al netto di ogni formale cordialità, può sembrare perlomeno poco azzeccata.

Edith Driscoll

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