Stop alla legge Costa, ma Iv vota col Centrodestra

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Se mai ce ne fosse stato bisogno (e ben prima dell'attesa ospitata di Matteo Renzi a Porta a Porta), il voto sulla proposta di legge del forzista Enrico Costa rende palese lo strappo, ormai sempre più marcato, tra Italia Viva e il resto della maggioranza. La decisione dei renziani di votare con il centrodestra, durante le Commissionie Giustizia di Camera e Senato, ha scatenato le ire delle altre forze che compongono l'esecutivo a guida Conte, di fatto vanificando il tentativo di bloccare l'emendamento pentastellato che mirava a togliere di mezzo la proposta dell'ex ministro azzurro che, a sua volta, puntava a bloccare la riforma Bonafede sulla prescrizione. Inevitabile la tensione alle stelle a Montecitorio, dove l'emendamento pentastellato passa di un soffio (24 a 23), riuscendo a superare lo scoglio della legge Costa ma incappando in una giornata di contestazioni reciproche, fra urla e liti sugli scranni della Camera: “Se fossero stati 24 voti contro 24 – ha commentato Costa – l'emendamento non sarebbe stato soppresso e il governo sarebbe andato sotto. Non è stato consentito al deputato Colucci di votare”. Il riferimento è alla mancata votazione del rappresentante del Gruppo Misto, lamentata sia da Costa che dal deputato Cosimo Maria Ferri di Italia Viva: nello specifico Colucci, in possesso di una delega, avrebbe votato per la soppressione.

L'attacco

Niente di tutto questo. Determinante è stato invece il voto della pentastellata Francesca Businarolo, presidente della Commissione, che si è uniformata alla maggioranza. Votazione complessiva accolta con dissenso dalle opposizioni, che hanno rumoreggiato e protestato a più riprese contro lo stop al deputato del Gruppo Misto, fino a interpellare direttamente il presidente della Camera, Roberto Fico: “Io le chiedo di analizzare gli atti – ha detto ancora Costa – e chiederemo di essere ricevuti da lei, perché riteniamo che questa sia una violazione gravissima. Da parte nostra noi la consideriamo una crepa, una lesione pesantissima”. Da parte sua, il capo di Montecitorio si è limitato a rispondere dicendo che si sarebbe riservato di verificare: “È molto grave – ha detto il renziano Cosimo Maria Ferri – quanto successo oggi in commissione Giustizia alla Camera, è una forzatura. Per due ragioni: la prima è che se la presidente avesse fatto votare Colucci del Misto, che aveva una regolare delega, sarebbe finita in pareggio. La seconda è che la stessa presidente Businarolo è stata determinante: in genere i presidenti non prendono parte al voto”.

La replica

Sulle procedure contestate da Forza Italia e Italia Viva è arrivata la secca replica della presidente di Commissione, Francesca Businarolo, che ha definito “intollerabili le polemiche“, precisando che “la questione delle sostituzioni dei deputati non può essere usata strumentalmente: prima del voto di oggi ho svolto una verifica delle presenze e ho dovuto prendere atto del fatto che il deputato Colucci non era stato designato sostituto. Le opposizioni farebbero bene a misurare con più pacatezza le proprie parole”. In sostanza, secondo la presidente, “quando è necessario per garantire la tenuta della maggioranza i presidenti delle commissioni votano i provvedimenti. I precedenti non mancano di certo, compreso quello del presidente Sisto, dunque non si dica che questa scelta è fuori dalle regole”.