Attualità

Sos tiroide in gravidanza: “Servono più controlli”

In occasione della settimana della tiroide, uno studio, portato avanti
insieme alla Usl di Modena, è stato appena pubblicato sulla rivista Endocrine e analizza i segni rivelatori di problemi alla tiroide. Ne è autore il professor Alfredo Pontecorvi, ordinario di Endocrinologia dell’Università Cattolica e direttore di endocrinologia e diabetologia del Policlinico Gemelli di Roma. “Si tratta di un lavoro che ne completa uno precedente effettuato sui pazienti ipertiroidei, mentre questo è stato realizzato sui soggetti ipotiroidei– spiega Pontecorvi a Dire– E’ emerso come, in entrambi i casi, la scrittura del paziente si modifica in presenza di patologia tiroidea. Ad esempio le lettere come la t, la f e la d variano notevolmente. Così pure la spaziatura tra una lettera e l’altra varia. Il percorso della lettera è leggermente modificato tanto è vero che gli esperti calligrafi, con cui abbiamo collaborato nella stesura del lavoro, hanno messo addirittura in dubbio la validità legale della firma. Ovviamente l’esperimento è stato effettuato nel momento in cui i pazienti erano ipertiroidei o ipotirodei. Abbiamo ripetuto il test una volta guariti a seguito di una terapia ed effettivamente abbiamo riscontrato una grande variazione. Quindi la modificazione della scrittura diventa un altro segno per riconoscere la malattia. Nell’ipertiroidismo oltre a sintomi come la tachicardia, il dimagrimento, la diarrea, all’ ipersudorazione si accompagna anche la modificazione della nostra scrittura”.

Gravidanza

Prosegue Pontecorvi: “Le patologie della tiroide sono molto più frequenti nelle donne che negli uomini e soprattutto un periodo molto critico della donna è quello della gravidanza. Quando una donna è desiderosa di una gravidanza è molto importante che venga controllato lo stato di salute della tiroide. Perché una tiroide che funziona male o poco può compromettere la fertilità e determinare un’infertilità di coppia. Inoltre va tenuto presente che sia l’ipotiroidismo che l’ipertiroidismo sono quasi sempre causati da una malattia autoimmune della tiroide. Allo stesso tempo quest’ultimo tipo di patologie tendono ad associarsi ad una maggiore frequenza di aborto. Quindi non si origina solo una difficoltà al concepimento ma anche a portare a termine la gravidanza. Questa caratteristica persiste anche se si corregge il problema perché deriva dall’ autoimmunità che rende quella donna molto più sensibile all’aggressione del proprio sistema immunitario da feto placentare e dunque al rifiuto dell’attecchimento dell’embrione e dunque ad un aborto precoce in genere nelle prime settimane di gravidanza”.

Riduzione

In genere nei soggetti da malattie autoimmuni della tiroide che hanno sviluppato anticorpi anti-tiroide positivi hanno un rischio abortivo dalle tre alle quattro volte superiore rispetto alle donne che non hanno disturbi della tiroide. Quindi una donna quando decide di diventare mamma deve controllare il suo stato tiroideo anche per un terzo motivo cioè se la tiroide funziona meno, è stato documentato, questo incide sullo sviluppo neurologico del feto e nascituro non in maniera drammatica, ma con in ogni caso si riscontra una leggera riduzione del quoziente intellettivo. Per questo è bene misurare l’ormone Tsh e correggere la disfunzione prima della gravidanza o comunque nei primi mesi dal concepimento“. Ed è importante “in questo periodo verificare i valori del Tsh in vista di una possibile gravidanza. Le donne che cercano un bebè devono avere un corretto apporto di iodio. L’Oms consiglia un cucchiaino di sale iodato che è quello che tutti noi dovremmo usare al posto del normale sale da cucina. Ciò non solo per la mamma ma anche per il feto che dal terzo mese in poi, per produrre i propri ormoni tiroide. La donna che aspetta ha bisogno di più iodio e va integrato”.

Gianluca Franco

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