Vincere non era importante, ma l’unica cosa che contava per l’Italia chiamata a fare tre punti contro la Polonia per riprendersi il primato nel girone di Nations League. E vittoria è stata, 2-0 (gol di Jorginho su rigore e Berardi), ma che non dice appieno dello strapotere della nostra Nazionale.
Evani, che anche stasera sostituisce in panchina Roberto Mancini vittima del Covid, deve fare a meno di pezzi importanti, tra infortuni e Covid. Oltre al ct e Immobile, restano fuori Chiesa, Bonucci, Biraghi, Castrovilli, Gagliardini (Romagnoli solo in panchina). Solito 4-3-3 con Donnarumma tra i pali, Florenzi ed Emerson sugli esterni, Acerbi e Bastoni (preferito a Di Lorenzo) centrali per una inedita coppia difensiva. In mezzo confermati i tre previsti alla vigilia, ovvero Locatelli, Jorginho, Barella, mentre davanti Bernardeschi la spunta su Berardi e va a formare il tridente offensivo con Belotti e Insigne. Brzeczek, ct polacco, si affida a Robert Lewandowski unica punta nel suo 4-2-3-1. Alle spalle del campione d’Europa con il Bayern, occhio al granata Linetty. Dietro comanda la difesa lo juventino Szczesny, con Glik centrale insieme a Bednarek, Bereszynski e Reca gli esterni. Solo panchina per Milik, Zielinski e Piatek.
L’Italia crea, e pure tanto, ma non concretizza. Ci prova Belotti, alto, poi Insigne si inserisce coi tempi giusti e la mette alle spalle di Szczesny, ma gol annullato per posizione irregolare di Belotti. In mezzo ci poteva scappare il rosso per Lewandowski che smanaccia in maniera palese Bastoni. Il fallo c’era tutto, come il nervosismo di Lewa. L’Italia spinge e il vantaggio arriva su una percussione di Belotti che in area viene steso da Krychowiak e Turpin non ha dubbi. Rigore che Jorginho trasforma con freddezza, spiazzando Szczesny: 1-0. L’Italia spinge e meriterebbe il raddoppio. Pennellata al bacio di Insigne su punizione, palla nello spazio per Belotti che di sinistro spedisce però in curva. Che occasione per il Gallo. Ancora Insigne, in mezzo per la testa di Acerbi che costringe Szczesny in angolo. E’ un’Italia bellissima che va al riposo col minimo vantaggio. Poco, troppo poco per il dominio azzurro.
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