Restano gravi le condizioni del bambino di 5 anni unico sopravvissuto all’incidente della funivia del Mottarone, a Stresa, dove ieri la cabina che trasportava 15 persone si è sganciata, precipitando al suolo. La tragedia si è consumata in un attimo: la cabina ha ceduto mentre raggiungeva l’ultimo pilone, in uno dei punti più alti del percorso. Quattordici le vittime, tredici delle quali morte sul colpo. Cinque le famiglie distrutte.
L’unico sopravvissuto è ora ricoverato all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dopo l’intervento di ieri. E’ molto grave, la prognosi resta riservata. Al momento il piccolo è intubato e sedato. In ospedale, nella tarda serata di ieri, è arrivata la zia del bambino, sorella del padre che nell’incidente è morto con la moglie, con l’altro figlio di due anni e con i nonni materni, venuti appositamente da Israele per passare del tempo con figlia e nipoti. La famiglia, di origini israeliane, viveva nel Pavese da anni.
Non ce l’ha fatta l’altro bimbo superstite, figlio di una coppia di Vedano Olona (Varese) morta nello schianto: il piccolo di 5 anni è deceduto dopo essere stato trasportato a Torino. I medici hanno tentato di tutto per salvarlo, in una corsa disperata contro il tempo, ma nulla è servito.
“Dopo tante difficoltà e attese, sembrava una domenica in cui tornare finalmente alla vita. Si è trasformata in una sciagura. È terribile”. Così Mario Fabrizio Fracassi, sindaco di Pavia, ha voluto esprimere il suo personale dolore e quello dell’intera comunità pavese per l’incidente della funivia del Mottarone.
“Credo di interpretare i sentimenti di tutti – ha detto il sindaco Fracassi – esprimendo profondo dolore per la tragedia del Mottarone, che ha portato via 14 anime, coinvolgendo anche una famiglia residente a Pavia. In questo momento, il pensiero va a loro e ai loro cari”.
Il sindaco ha indetto per oggi, alle 10:00, un “tavolo tecnico” per confrontarsi e per cercare di capire quanto accaduto ieri sul Mottarone. Il primo cittadino si incontrerà al Palacongressi di Stresa con il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Saranno presenti anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso e l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti e alla Protezione Civile Marco Gabusi, oltre al prefetto di Verbania Angelo Sidoti.
Sarà la Procura di Verbania a tentare di far luce su quanto accaduto ieri. “L’intera area è stata posta sotto sequestro e nomineremo dei tecnici per accertare le cause dell’incidente” ha detto il procuratore Olimpia Bossi su Adn Kronos.
“Per ora procediamo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, poi dobbiamo verificare anche la fattispecie dei reati colposi di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell’impianto”. Bisognerà anche stabilire se il cavo si sia rotto o sganciato: “Non è un accertamento che può essere fatto nell’immediatezza sarà necessario fare verifiche di carattere tecnico”.
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