Francesco: “A Roma ogni persona possa vivere con dignità”

All'Angelus il Papa invoca dignità e saluta "tutti i romani e a quanti vivono in questa città, nella festa dei santi patroni, gli apostoli Pietro e Paolo"

Foto © Vatican Media

“Rivolgo prima di tutto il mio saluto a tutti i romani e a quanti vivono in questa città, nella festa dei santi patroni, gli apostoli Pietro e Paolo- afferma Jorge Mario Bergoglio-. Per loro intercessione, prego che a Roma ogni persona possa vivere con dignità e possa incontrare la lieta testimonianza del Vangelo. In questa ricorrenza è tradizione che venga a Roma una delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, ma quest’anno non è stato possibile a causa della pandemia. Pertanto, mando spiritualmente un abbraccio al caro fratello il Patriarca Bartolomeo, nella speranza che possano riprendere al più presto le nostre reciproche visite. Saluto voi, cari pellegrini qui presenti. La visita alle tombe degli Apostoli rafforzi la vostra fede e la vostra testimonianza. A tutti auguro una buona festa”.  Per la solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.

Martirio e dignità

Afferma Jorge Mario Bergoglio:”Festeggiamo oggi i santi patroni di Roma, gli Apostoli Pietro e Paolo. Ed è un dono ritrovarci a pregare qui, vicino al luogo in cui Pietro morì martire ed è sepolto. Però, la Liturgia odierna ricorda un episodio del tutto differente. Racconta che diversi anni prima Pietro fu liberato dalla morte. Era stato arrestato, si trovava in prigione e la Chiesa, temendo per la sua vita, pregava incessantemente per lui. Allora un angelo scese a liberarlo dal carcere. Ma anche anni dopo, quando Pietro era prigioniero a Roma, la Chiesa avrà certamente pregato. In quell’occasione, tuttavia, la sua vita non fu risparmiata. Come mai prima fu liberato dalla prova e poi no? Perché c’è un percorso nella vita di Pietro, che può illuminare il percorso della nostra vita. Il Signore gli concesse tante grazie e lo liberò dal male: fa così anche con noi. Anzi, noi spesso andiamo da Lui solo nei momenti del bisogno. Ma Dio vede più lontano e ci invita ad andare oltre, a cercare non solo i suoi doni, ma Lui; ad affidargli non solo i problemi, ma la vita. Così può finalmente darci la grazia più grande, quella di donare la vita. Sì, la cosa più importante della vita è fare della vita un dono. E questo vale per tutti: per i genitori verso i figli e per i figli verso i genitori anziani; per chi è sposato e per chi è consacrato; vale ovunque, a casa e al lavoro, e verso chiunque abbiamo vicino. Dio desidera farci crescere nel dono: solo così diventiamo grandi. Guardiamo a san Pietro: non è  diventato un eroe per essere stato liberato dal carcere, ma per aver dato la vita qui. Il suo dono ha trasformato un luogo di esecuzioni nel bel luogo di speranza in cui ci troviamo.

Cambiamento

Prosegue il Pontefice: “Ecco che cosa chiedere a Dio. Non solo la grazia del momento, ma la grazia della vita. Il Vangelo oggi ci mostra proprio il dialogo che cambiò la vita di Pietro. Egli si sentì chiedere da Gesù: ‘Chi sono io per te?‘. E rispose:’Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente’. E Gesù: ‘Beato sei tu, Simone, figlio di Giona’. Gesù lo dice beato, cioè, alla lettera, felice. Notiamo: Gesù dice Tu sei beato a Pietro che gli aveva detto Tu sei il Dio vivente. Qual è allora il segreto di una vita beata, felice? Riconoscere Gesù, ma Gesù come Dio vivente. Perché non importa sapere che Gesù è
stato grande nella storia, non importa apprezzare quel che ha detto o fatto: importa quale posto gli do io nella mia vita. È a quel punto che Simone si sentì dire da Gesù:’Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa‘. Non fu chiamato ‘pietra’ perché era un uomo solido e affidabile. No, farà tanti sbagli, arriverà pure a rinnegare il Maestro. Però scelse di costruire la vita su Gesù; non – dice il testo – su ‘carne e sangue‘, cioè su sé stesso, sulle sue capacità, ma su Gesù. È Gesù la roccia su cui Simone è diventato pietra. Oggi, davanti agli Apostoli, possiamo chiederci: ‘E io, come imposto la vita? Penso solo ai bisogni del momento o credo che il mio vero bisogno è Gesù, che fa di me un dono? E come costruisco la vita, sulle mie capacità o sul Dio vivente?’. La Madonna, che si è affidata tutta a Dio, ci aiuti a metterlo alla base di ogni giornata“.