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Evergreen, crisi a oltranza: in 326 attendono all’imbocco di Suez

Un’altra notte ininterrotta di lavoro e “appena” 17 metri di movimento. Sembra destinata a proseguire ancora l’odissea della Evergreen, che ormai da oltre cinque giorni ostruisce il Canale di Suez, incastrata fra la sabbia dell’arenile che incanala lo stretto. Una situazione paradossale, che sta provocando una vera e propria crisi nella crisi. Anche perché, mentre i vari escavatori e rimorchiatori (fra cui il “Carlo Magno” italiano) lavorano per disincagliare il gigantesco cargo, all’imbocco del Canale la coda è diventata piuttosto lunga: 326 in attesa, quelle che hanno deciso di non investire altri soldi in carburante per cambiare rotta.

Nuovo tentativo in nottata

Durante la notte le operazioni sono proseguite, difficili ma, almeno all’apparenza, favorite dalle buone condizioni meteorologiche. L’alta marea, tuttavia, si è rivelata insufficiente per garantire un corretto scavo e, soprattutto, le complicatissime manovre di raddrizzamento dell’enorme nave. Al momento sono 16 i rimorchiatori utilizzati, i quali sono riusciti a muovere lo scafo di qualche metro ma non a sufficienza per riuscire a rimetterlo in carreggiata. In nottata verrà eseguito un nuovo tentativo, mentre si inizia seriamente a valutare l’ipotesi di svuotare la Evergreen dal suo mastodontico carico.

Svuotare la Evergreen

Dell’opzione ha parlato addirittura il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, il quale ha fatto sapere che si rivolgerà agli americani “perché possano fornire le navi necessarie per l’evacuazione”. Del resto, una soluzione va trovata a breve, considerando che l’incidente della Evergreen ha già fatto schizzare alle stelle i prezzi di spedizione. Per quel che riguarda materie come gas e greggio, i costi sono per ora contenuti. Nel primo caso grazie al periodo di scarsa domanda) ma se i tempi dovessero allungarsi si presenterebbe un serio problema. Anche perché il conto delle navi in attesa potrebbe incrementare. E per quelle che hanno deciso di puntare la pura verso Capo di Buona Speranza i costi del carburante sono praticamente raddoppiati. Un bell’intoppo.

Damiano Mattana

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