Attualità

Effetto tsunami sulla società. Sos Covid della Caritas

Un aumento in media del +114% nel numero di nuove persone che si rivolgono ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza coronavirus. È il dato allarmante che risulta da una prima rilevazione condotta a livello nazionale su 70 Caritas diocesane in tutta Italia, circa un terzo del totale. Caritas Italiana, in accordo con la segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana della quale è organismo pastorale, fin dai primi giorni dell’emergenza ha intensificato il contatto e il coordinamento di tutte le 218 Caritas diocesane in Italia, a partire da quelle del nord più immediatamente colpite dalla diffusione del coronavirus. Coordinamento che continua anche attraverso questa rilevazione, in un’ottica anche di cura della rete e rafforzamento delle relazioni.

 

Emergenza povertà

Ad oggi sono 68 le strutture per quasi 1.450 posti messe a disposizione della Protezione civile e del Sistema Sanitario Nazionale da parte di 48 diocesi in tutta Italia. A queste si sommano altre 45 strutture, per oltre 1.000 posti in 33 diocesi, disponibili per persone in quarantena o dimesse dagli ospedali e più di 64 strutture per oltre 1.200 posti in 42 diocesi per l’accoglienza aggiuntiva di persone senza dimora, oltre all’ospitalità residenziale ordinaria. “Davanti a questi dati – dichiara don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana – e nel 75° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la quale ha fatto da presupposto a un riscatto morale e sociale dell’Italia nel Dopoguerra, ricordiamo l’esortazione del Concilio Vaticano II alla libertà e alla dignità di ogni persona bisognosa: “Non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia”, e ancora: “Si eliminino non soltanto gli effetti ma anche le cause dei mali”. Un ammonimento valido per l’oggi, perché non siano i poveri, gli ultimi, gli emarginati e gli indifesi a pagare il prezzo più alto della crisi”.

Disoccupazione

Le Caritas diocesane interpellate hanno evidenziato nella quasi totalità dei casi un aumento nelle segnalazioni dei problemi di occupazione/lavoro e di quelli economici. Il 75,7% di esse segnala anche un incremento dei problemi familiari, il 62,8% di quelli d’istruzione, il 60% di salute, anche in termini di disagio psicologico e psichico, e in termini abitativi. Vengono poi indicati anche nuovi bisogni, come quelli legati a problemi di solitudinerelazionali, anche con risvolti conflittuali, ansie e paure, disorientamento e disinformazione. Allo stesso tempo, si registra un aumento rispetto alle richieste di beni e servizi materiali – in particolare cibo e beni di prima necessità, con la distribuzione di pasti da asporto e a domicilio, sussidi e aiuti economici a supporto della spesa o del pagamento di bollette e affitti, sostegno socio-assistenziale, lavoro e alloggio.

L’esempio di Francesco

Cresce anche la domanda di orientamento riguardo all’accesso alle misure di sostegno, anzitutto pubbliche, messe in campo per fronteggiare l’emergenza sanitaria, di aiuto nella compilazione di queste domande e la richiesta di dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti), che sono già stati distribuiti a circa 40.000 beneficiari. Inoltre, fin dall’inizio della crisi, la rete Caritas si è contraddistinta anche per aver messo in pratica quella “fantasia della carità”, cui Papa Francesco l’ha più volte spronata. Si registra così l’attivazione di nuovi servizi legati all’ascolto e all’accompagnamento telefonico con circa 15mila contatti registrati in poche settimane dalle Caritas diocesane coinvolte nella rilevazione, la trasformazione della fornitura dei pasti in modalità da asporto o con consegne a domicilio, la fornitura di dispositivi di protezione individuale e igienizzanti, le iniziative a supporto della didattica a distanza con la fornitura di tablet, pc, il sostegno a famiglie nomadi, giostrai e circensi, l’assistenza ai senza dimora rimodulata per garantire gli standard di sicurezza, nonché l’acquisto di farmaci e prodotti sanitari.

Tecnologia solidale

Ci sono, poi, alcune esperienze inedite, come ad esempio quella denominata #TiChiamoIo, per offrire la vicinanza, seppur solo telefonica, alle persone accompagnate nei centri di ascolto, indipendentemente dal bisogno materiale; o il progetto “Message in a bottle” ideato per far recapitare assieme, ai pasti da asporto, messaggi e poesie da parte della cittadinanza. È una ricchezza questa che passa anche dalle tante strutture afferenti alle Chiese diocesane e destinate da queste a tre categorie di soggetti: medici e infermieri, persone in quarantena e senza dimora.

Paola Anderlucci

Recent Posts

Niger: truppe russe nella base aerea che ospita gli Usa

Militari russi sono entrati in una base aerea in Niger che ancora ospita le truppe…

3 Maggio 2024

Israele: “Morto un ostaggio in mano ad Hamas”

La guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 210. Scoperta la…

3 Maggio 2024

Il Myanmar vieta agli uomini di lavorare all’estero

La giunta del Myanmar (o Birmania) ha interrotto il rilascio dei permessi per uomini che…

3 Maggio 2024

San Giacomo il minore: quali furono le sue ultime parole prima della morte

San Giacomo il minore, Apostolo 7,5 ca.-Gerusalemme (Palestina), 62 ca. È figlio di Alfeo e…

3 Maggio 2024

“Sono la via, la verità e la vita” Il commento di mons. Angelo Spina

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 14,6-14 https://www.youtube.com/watch?v=uO4FUQtP1H8   In quel tempo, disse Gesù a Tommaso:…

3 Maggio 2024

Il bene collettivo della sanità. Progetti condivisi

La sanità come bene comune da difendere. "La cura e l’assistenza non devono mancare mai,…

3 Maggio 2024