Una task force composta da un’unità di assalto anfibio, un rifornitore e tre fregate di scorta. Sono le navi che Pechino ha dispiegato nel mare di Bering, non lontano dalle acque dell’Alaska, impegnandole in alcune esercitazioni insieme ai russi. La Cina è da tempo impegnata in un rafforzamento della sua flotta attraverso l’acquisizione di unità più moderne e, allo stesso tempo, la Marina sta creando una serie di punti di appoggio nelle acque asiatiche e sta cercando di aumentare la sua proiezione strategica inviando navi da missioni in “teatri” lontani.
L’inedita presenza della task force cinese nel mare di Bering ha però messo in allerta il Pentagono, che si sta occupando di monitorare “i movimenti delle navi militari cinesi”, anche se al momento si trovano in acque internazionali, al largo dell’Alaska. Il portavoce della Casa Bianca, Earnest, ha comunicato che l’obiettivo dei mezzi navali di Pechino resta “poco chiaro”.
Gli Stati Uniti da tempo tengono “sotto controllo” porti e istallazioni militari cinesi. Sorveglianza che molto spesso ha mandato su tutte le furie Pechino. Ultimamente anche altri stati, dalle Filippine al Giappone, si sono verbalmente “scontrati” con la Cina a causa dei lavori condotti su alcuni atolli contesi: delle piccole strisce di sabbia trasformate in basi.
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