UN MONDO PIU’ PULITO

In occasione della “Giornata mondiale di Preghiera per la cura del Creato” occorre interrogarsi su cosa, concretamente, si stia facendo per tutelare quella che il Papa, nell’Enciclica “Laudato Si”, chiama la “nostra casa comune”. La ricorrenza è stata istituita dal Pontefice con l’obiettivo di offrire “ai singoli credenti ed alle comunità la preziosa opportunità di rinnovare la personale adesione alla propria vocazione di custodi del creato, elevando a Dio il ringraziamento per l’opera meravigliosa che Egli ha affidato alla nostra cura”.

L’innovazione, da questo punto di vista, può rappresentare una vera e propria chiave di Volta. Non sono poche le iniziative e le sperimentazioni che consentono di ridurre l’impatto ambientale, specie sul piano energetico.

Immaginiamo che alla fine di una giornata lavorativa si arrivi al parcheggio, e la cosa da fare sia staccare la spina del veicolo dal palazzo degli uffici dove è stato in carica, usufruendo di energia elettrica derivante da pannelli solari sul tetto. In strada niente traffico: le macchine infatti sono “in rete”, si muovono senza soluzione di continuità, come uno stormo di uccelli, utilizzando meno risorse possibili. Al ritorno a casa, si passa al pilota automatico in modo da poter controllare il telefono per vedere se tutto è a posto.

Da lì è possibile attivare l’aria condizionata, che è rimasta in stand-by mentre non c’era nessuno, e con un colpetto su uno schermo, inizia il preriscaldamento del forno. Finalmente tra le mura domestiche, uno sguardo fuori dalla finestra, e in lontananza si vedono le pale eoliche.

Uno scenario di fantascienza? Non tanto quanto si potrebbe pensare. Ci stanno lavorando negli Stati Uniti dove viene progettato un futuro low-carbon con pannelli solari sui tetti di abitazioni e aziende, case a basso consumo energetico intelligente, auto elettriche e veicoli auto-guida. Queste tecnologie emergenti sono già disponibili, ma poco diffuse perché ancora troppo costose.

La politica intanto inizia a parlare di ambiente in maniera meno romantica e più “concreta”, e le imprese si stanno unendo lo sforzo. Tecnologie energetiche pulite iper-efficienti stanno attirando investimenti importanti: almeno 310 miliardi di dollari a livello globale sono il capitale degli investitori nel 2014. Ad affermarlo è uno studio di Sierra Club, la più grande e influente organizzazione ambientale americana.

Tyler Nickerson del Progetto Solutions, un’organizzazione no-profit co-fondato da Mark Jacobson, uno scienziato della Stanford University, ha sviluppato un modello che mostra come gli Usa e il resto del mondo siano in grado di eliminare i combustibili fossili per arrivare al 100 per cento di energia rinnovabile entro il 2050. Il suo piano per gli Stati Uniti si basa su solare, eolica e idrica per generare tutta l’energia elettrica che occorre per i sistemi di trasporto, riscaldamento, raffreddamento e consumo di energia industriale.

Utopia? No, visto che una manciata di piccole città (Burlington, Vermont; Aspen, Colorado; e Greensburg, Kansas) già oggi ricava tutta la propria energia elettrica da fonti rinnovabili. Altre 12 comunità – da Grand Rapids, Michigan, a Georgetown, Texas – si sono impegnate a farlo. E all’inizio del 2016 Sierra Club ha lanciato la sua campagna di “Pronti per il 100%”, che ha lo scopo di arruolare più città possibili per arrivare a creare comunità a costo energetico zero.

Finora, la città più grande di fissare un obiettivo di energia pulita al 100 per cento è stata San Diego. L’ottava metropoli più popolosa del Paese si sta infatti muovendo in questa direzione; nel suo “Discorso sulla Città”, il sindaco Faulconer ha citato il piano d’azione per il clima come uno degli impegni di cui va più orgoglioso.

Quasi 50 anni dopo che il presidente Jimmy Carter ha installato una serie di pannelli solari ingombranti sul tetto della Casa Bianca (fatti togliere da Reagan e poi rimettere da Obama), la tecnologia solare sta vivendo un momento di svolta. Il tetto fotovoltaico è in forte espansione e nel 2015, l’industria solare ha rappresentato circa il 30 per cento della nuova capacità di generazione di energia elettrica negli Stati Uniti.

Proprio come i computer mainframe hanno dato modo a desktop, computer portatili e telefoni fissi di essere sostituiti da telefoni cellulari, l’energia solare distribuita è pronta a sostituire le centrali elettriche che bruciano combustibili fossili.

Tutto facile, dunque? Nemmeno per idea. Non solo le resistenze di chi oggi fa business con le fonti di energia tradizionali, ma anche l’evidente necessità che l’elettricità sia conservata da qualche parte per giorni nuvolosi e per l’utilizzo notturno. Costruire batterie migliori potrebbe trasformare il nostro modo di vivere.

Ma il punto vero della questione è un altro: anche la produzione di energia pulita, se mai diventerà globale, sarà inutile se continueremo a sprecarla. Il concetto fondamentale è passare dall’economia dello spreco a quella del risparmio, a livello energetico come a livello umano; non gettare via per distribuire meglio. Non è solo un concetto energetico, è un principio di vita.