Servizi pagati dagli utenti ma mai richiesti, 5 milioni di multa ai gestori telefonia

Telecom, Wind, Vodafone e H3G avranno 60 giorni di tempo per comunicare alle autorità competenti come intendono pagare la multa di 5 milioni di euro (complessivi) che gli è stata imposta per aver condotto pratiche commerciali scorrette. Infatti nel corso del 2014 l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha ricevuto numerose denunce da parti di associazioni di consumatori e singoli utenti di telefonia mobile che accusavano i principali operatori del settore di aver erogato servizi non richiesti e, di conseguenza, la fatturazione di servizi a sovrapprezzo, come i servizi premium, giochi e video.

Grazie alle indagini dell’Agcm, in collaborazione con il Nucleo Antitrust della Guardia di Finanza, l’Autorità garante ha accertato che i quattro operatori di telefonia hanno attuato una pratica commerciale scorretta, riassumibili in due comportamenti: “Da un lato l’omissione di informazioni circa il fatto che il contratto di telefonia mobile sottoscritto pre-abilita la sim alla ricezione dei servizi a sovrapprezzo, – scrive l’Antitrust in una nota – nonché circa l’esistenza del blocco selettivo per impedire tale ricezione e la necessità per l’utente che voglia giovarsene di doversi attivare mediante una richiesta esplicita di adesione alla procedura di blocco”.

Le sanzioni applicate ai quattro operatori sono pari a 1.750.000 euro ciascuno per Telecom e H3G e 800.000 euro ciascuno per Wind E Vodafone. Inoltre verso il gruppo commerciale H3G è stato preso un’ulteriore provvedimento: parte del provvedimento sarà pubblicato, come stabilito dall’Antitrust. Inoltre l’Agcm, in una nota, ha giudicato questo tipo di pratica “contraria alla diligenza professionale e idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore. La stessa Autorità ne ha vietato perciò la diffusione o continuazione, oltre a irrogare le sanzioni, stabilendo che gli operatori comunichino entro 60 giorni le iniziative assunte per ottemperare alla diffida”.