PROSTITUZIONE: OBBLIGATE AD ABORTIRE CON I FARMACI

Un fatto di cronaca avvenuto in Abruzzo fa riflettere sul legame tra prostituzione, sfruttamento ed aborti, e su come certi farmaci, che servirebbero ad altro, vengano usati per eliminare una vita. Era il 9 febbraio quando la Polizia eseguì 13 misure cautelari, nell’ambito di un’articolata indagine durata più di un anno che ha consentito di smantellare una pericolosa banda criminale di matrice romena che aveva monopolizzato la zona sud di Pescara, e che gestiva in maniera “imprenditoriale” la prostituzione. Il semplice racconto dell’accaduto assume toni agghiaccianti: una delle ragazze vittime dello sfruttamento, 22 anni, due giorni dopo gli arresti ha rivelato che, durante uno dei rapporti avuti con i clienti, è rimasta incinta; gli sfruttatori l’hanno costretta ad abortire in una stanza di albergo, facendole assumere una dose massiccia di Cytotec, un farmaco gastro-protettore. Infine hanno buttato nel water il feto.

“Gli episodi di aborto – ha sottolineato il Capo della Squadra Mobile pescarese Pierfrancesco Muriana – sono avvenuti senza alcuna assistenza sanitaria”. Se qualcuno aveva dubbi sul legame tra prostituzione, sfruttamento e ragazze costrette ad abortire, questa vicenda dimostra invece che tutto ciò è una drammatica realtà.

Gli elementi su cui riflettere non finiscono qui: l’utilizzo del Cytotec è infatti pericolosissimo anche per la salute della donna, eppure esistono diversi siti online che offrono descrizioni e consigli su come usare il principio attivo in esso contenuto.

Tra i medici è da anni diffusa la convinzione che il farmaco sia più utilizzato per procurare interruzioni di gravidanza che per le ulcere gastroduodenali, cioè per la patologia per curare la quale è nato. Già nel 2009 si notavano casi sospetti di uso di questo ed altri farmaci: “Se a me che sono uno dei 10 universitari della clinica, e ce ne sono altrettanti della Divisione ospedaliera, sono capitate dieci pazienti in due anni, ne deduco un numero totale di 200 pazienti in due anni, 100 all’anno solo alla clinica di Padova” raccontava a Repubblica il 5 giugno di quell’anno il dottor Bruno Mozzanega della Clinica ginecologica di Padova, riferendosi ai casi di donne giunte in ospedale con un’emorragia. Silvio Viale, responsabile del Day Hospital Ivg del Sant’Anna di Torino, diceva: “Qui gli aborti spontanei da emorragie sospette da Cytotec arrivano a ondate, in concomitanza con l’arrivo delle straniere che vengono da altri Paesi”.

Insomma: che medicinali nati per altri scopi siano spesso usati per abortire è ormai cosa nota. Ma usarli può avere seri effetti per la salute della donna. Oltre alle conseguenze psicologiche dell’aborto, rischia di trovarsi a combattere con possibili devastanti effetti collaterali: se infatti la perdita di sangue non fosse controllata, si rischierebbe una pericolosissima emorragia, anche letale. Ma questo, alle donne che fanno uso di questo medicinale, nessuno glielo dice…