L’UOMO SU MARTE, PER IL FISICO BIGNAMI È PURA FOLLIA

Mars One sarebbe una bufala. O almeno è quanto ha dichiarato il presidente dell’istituto nazionale di Astrofisica Giovanni Bignami in un intervista su L’espresso. Sembrava già tutto pronto, tutto organizzato, addirittura erano state selezionate cento persone che entro il 2023 pensavano di mettere piede sul pianeta rosso. Secondo Bignami innanzitutto bisogna prendere in considerazione i costi. Finora nessuno è mai andato su Marte e dal 1972 nessun uomo è mai andato al di là della luna.

“Una ragione c’è: oggi non abbiamo più un razzo come il Saturno V del Progetto Apollo che portò l’uomo sulla Luna. Quello che ci porta su Marte dovrà essere un vettore capace di contenere esseri umani e il necessario per la loro sopravvivenza, cioè diverse decine di tonnellate, e spingerlo a decine di km al secondo. – ha dichiarato Bignami – Nessuna agenzia spaziale ce l’ha, e nessun privato ha piani credibili per costruirlo”.

Secondo quanto stimato dalla Nasa in totale una prima spedizione su Marte costerebbe oltre un trilione dollari, basti pensare che la Stazione Spaziale è costata 200 miliardi e la società olandese ha a disposizione “pochi” miliardi di dollari. Inoltre per garantire la sopravvivenza dei primi “marziani” sarebbe necessario un’organizzazione a dir poco “epica”. Per portare sul pianeta rosso i materiali necessari alla sopravvivenza dei cento esploratori sarebbero necessari delle missioni preliminari e bisogna prevedere fin da subito una “rete di telecomunicazioni Terra-Marte-Terra che sia potente e sicura”, ossia almeno 4 satelliti in orbita marziana – in grado di ricevere segnali dalle navi e dalla terra – e varie ed enormi antenne sulla terra.

Ma se si escludono gli elevati costi, l’organizzazione titanica, comunque sia i cento partecipanti al progetto, definiti da Bignami “ingenui un po’ mitomani” non andrebbero incontro di certo ad un futuro roseo, ma “scoprirebbero le gioie di vivere giorni (pochi) contati, appesi all’esile filo della speranza che non ci siano guasti, prima che, con certezza, si esali l’ultimo respiro letteralmente, mentre le sabbie rosse stanno a guardare”.