LEUCEMIA, AL “BAMBINO GESU'” SPERIMENTATA UNA TECNICA POST TRAPIANTO

L’ospedale pediatrico Bambino Gesù mette a segno un punto importante nella lotta alle leucemie. O meglio ai rischi di infezioni e ricadute nel caso di trapianto di midollo proveniente da donatore aploidentico, cioè compatibile solo a metà con il ricevente. L’annuncio è stato dato nel corso della cerimonia e e del convegno per celebrare i 30 anni da Irccs del nosocomio romano.

Sono ormai 5 anni che il Bambino Gesù ha messo a punto il trapianto di cellule staminali da uno dei due genitori per tutti i bambini colpiti da immunodeficienze severe, rare malattie genetiche dell’infanzia, leucemie e tumori del sangue che possano beneficiare della procedura trapianto logica. Questa nuova tecnica ha come obiettivo ridurre infezioni e ricadute post-trapianto nel campo delle leucemie, di fatto, accelera la ricostituzione immunologica dopo l’operazione.

Secondo la tecnica in sperimentazione all’ospedale pediatrico, le cellule del donatore vengono geneticamente modificate attraverso l’introduzione di un gene “suicida”: questo permette di controllarle in caso di reazioni avverse, nell’intento di impedire l’aggressione delle cellule del donatore sull’organismo del ricevente. La sperimentazione renderà più sicura la procedura di trapianto del midollo da uno dei due genitori messa a punto dai ricercatori del Bambino Gesù. I risultati hanno dimostrato come la probabilità di cura definitiva per i bambini cosi’ trattati sia del 90%, un valore addirittura superiore a quello ottenuto utilizzando come donatore un fratello perfettamente compatibile.