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India, parte la campagna di pulizia delle strade. Anche il premier Modi con la ramazza

Uno dei cavalli di battaglia del primo ministro indiano Narendra Modi è sempre stato l’argomento igiene: i suoi discorsi, in campagna elettorale, si concentravano soprattutto sulla promozione di un’India più pulita e sulla costruzione di bagni pubblici per metter fine alla pratica di molti cittadini di espletare all’aperto i propri bisogni fisiologici – indotta principalmente dal fatto che oltre la metà dei cittadini indiani non ha accesso ai servizi igienici -. Detto fatto: subito dopo la sua elezione il capo del governo ha messo in pratica i suoi intenti. I media del Paese stanno incitando tutti a pulire case ed uffici, mentre studenti e funzionari hanno assicurato che si impegneranno ufficialmente a passare 100 ore l’anno – cioè a due ore a settimana – a fare le pulizie negli spazi che li circondano.

Lo stesso premier, in questi giorni, è sceso nelle strade assieme a centinaia di studenti e cittadini per partecipare alla campagna Clean India, che per cinque anni impegnerà proprio tutti – compresi deputati e dirigenti – nella raccolta di spazzatura, pulizia di canali, parchi ed uffici pubblici. L’iniziativa è stata lanciata nell’anniversario del compleanno di Mahatma Ghandi.
L’India è uno dei paesi che registra la più grande produzione di Co2 al mondo e al vertice Onu tenutosi lo scorso 22 settembre è stata oggetto di forti rimproveri, assieme alla Cina, da parte della comunità internazionale. La pulizia delle strade sicuramente non scongiurerà il suo posizionamento tra le “maglie nere” del disastro ambientale ma può esser vista come un buon passo avanti verso una maggiore consapevolezza della sua immensa popolazione.

Giulia Capozzi

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