Il fischio d’inizio della dodicesima edizione della Homeless world cup, la Coppa del mondo dei senza dimora, a Santiago del Cile, c’è stato il 19 ottobre. Il torneo conta 54 delegazioni partecipanti: 42 per gli uomini e 12 per le donne. Il torneo, a 11 anni dalla prima edizione, mette in palio otto premi, uno per ogni fascia di qualificazione, stabilita a seguito del primo girone. In tutto, si giocheranno 350 partite. Il Cile sarà così invaso dallo street soccer, il calcio di strada, fino al 26 ottobre, data di chiusura dell’evento. “Ai giocatori vorrei dire che sono tutti fantastici. Siete fieri rappresentanti delle vostre nazioni e vi rendo merito per questo, ma avete fatto molto di più – dichiara il presidente della Homeless world cup Foundation Mel Young – State mostrando al mondo come un essere umano dovrebbe comportarsi. Siete un esempio per il mondo intero”. A vedere i senza dimora giocarsi la coppa sul campo, ci saranno circa 100 mila spettatori. L’attenzione all’evento mette la vita dei protagonisti sotto una luce diversa: invece che parlare delle loro sconfitte, la Homeless world cup apre alla possibilità di pensare al futuro, di rimettersi in gioco.
Le regole con cui si gioca sono particolari: in campo si è in quattro per volta (compreso il portiere), con altre quattro persone in panchina. Le squadre possono essere tutte uomini, tutte donne oppure miste. Si giocano partite con due tempi di 7 minuti ciascuno e un minuto di intervallo. Nel caso di pareggio invece dei 3 punti per il girone, in palio ce ne sono due e uno andrà alla sconfitta. Tra i Paesi partecipanti, almeno nella competizione maschile, c’è anche l’Italia, guidata dal mister e rappresentante di Homeless world cup Italia Alessandro Dell’Orto. Il debutto, come risultato finale, ci ha visto uscire sconfitti 7 a 3 con Hong Kong, ma già oggi ci sarà l’opportunità di rifarsi con il Portogallo, che ieri ha battuto la Francia, fanalino di coda del girone insieme agli azzurri.
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