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E’ il giorno degli esami e la Corea del Sud si ferma: il futuro passa da qui

Corea del Sud. Per le strade non c’è traffico, i negozi sono ancora chiusi, persino il transito aereo è sospeso. Un’intera nazione resta in attesa per alcune ore, immobile e in rispettoso silenzio. No, non è un momento di raccoglimento nazionale, ma l’orario del College Scholastic Ability Test (Csat), l’esame di ammissione all’università per 600 mila studenti. Probabilmente la prova didattica più importante della loro vita.

Mentre le televisioni locali riprendono la marcia dei candidati verso le 1183 sedi d’esame sparse nel Paese, molti genitori si radunano nei templi per una speciale sessione di preghiera organizzata appositamente dai monaci. Il consueto appuntamento di novembre con il Csat rappresenta una tappa davvero fondamentale per la futura forza lavoro dello Stato asiatico. Un buon risultato ottenuto al test – della durata complessiva di 9 ore e comprensivo di numerose prove, dalla matematica alle lingue straniere -, significa molto per i ragazzi coreani: l’accesso a un college di prestigio non è solo un’opportunità per ottenere una formazione culturale di altissimo livello, ma anche la chiave per una futura e importante carriera e, nondimeno, per una buona prospettiva di matrimonio. Stando a quanto riportato dal Guardian, la preparazione degli studenti alle fatidiche prove dura anche alcuni anni e coincide con uno dei momenti di massima tensione per i più giovani, tanto da essere considerato una delle principali cause di suicidi.

Una tradizione che dalle nostre parti, forse, potrebbe apparire insolita. Eppure, in Corea del Sud, il giorno Csat è uno snodo fondamentale e che ridisegna, sia pure per poco tempo, le consuete attività dei suoi cittadini. Ad esempio, durante i 25 minuti richiesti dalla prova di lettorato inglese, atterraggi e decolli sono stati interrotti, mentre il transito dei mezzi pesanti grandemente limitato. Persino gli uffici governativi hanno iniziato la loro giornata lavorativa con un’ora di ritardo: questo per evitare problematiche di ingorghi o code per i candidati diretti alle rispettive sedi. La polizia ha addirittura impiegato alcune volanti per scortare qualche ritardatario. Inoltre, molte manifestazioni d’incoraggiamento per le potenziali matricole sono state messe in atto da parte di studenti più grandi.

Nove interminabili ore, poi, finalmente, l’abbraccio con i genitori e qualche lacrima liberatoria. Si entra nella fase dell’attesa: una ventina di giorni circa e ogni studente saprà l’esito della propria prova. E, in buona misura, del proprio futuro.

redazione

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