A Gaza si torna sui banchi tra le rovine

[cml_media_alt id='4655']gaza scuola[/cml_media_alt]Gaza – E’ stata un’estate tormentata dai bombardamenti per i ragazzi palestinesi, ma finalmente ora riaprono le scuole anche per loro. Sono stati in 500.000 a rientrare nelle aule oggi, ma tantissimi sono i loro compagni assenti, 500 bambini hanno perso la vita e 3000 sono stati feriti nei conflitti armati sulla striscia. “Numeri che feriscono”, dichiara all’agenzia Sir padre Aktham Hijazin, responsabile delle scuole del Patriarcato latino di Gerusalemme.

Un’impresa non facile quella di rendere agibili in tempi rapidi gli istituti scolastici danneggiati a causa degli scontri e riportare un clima sereno tra i giovani studenti. Impresa resa possibile grazie all’operazione militare israeliana “Margine protettivo”, che in cinquanta giorni di tregua ha ripristinato 252 scuole, investendo 150 mila dollari.

Molti edifici scolastici sono andati distrutti, altri sono stati adoperati dalla Caritas Jerusalem per accogliere migliaia di sfollati, intere famiglie rimaste senza casa. “Quanti bambini morti? Quanti quelli feriti e mutilati che non potranno frequentare le lezioni?” afferma sconfortato padre Hijazin.  “Tornare a scuola non sarà facile, non possiamo chiedere ai nostri alunni di aprire subito i libri. Ma prima è necessario aprire i cuori, raccontare ciò che abbiamo vissuto, ciò che di male abbiamo visto. Psicologicamente sono bambini e giovani distrutti”.