Tempi di cambiamento

È proprio vero che in politica nulla si può dare per scontato. Una leadership può crescere, anche in modo vertiginoso, ma l’imponderabile lo può far retrocedere nei consensi in un breve lasso di tempo e la sua popolarità può diventare persino un peso che lo spinge in giù. Se questa è la dinamica che può avverarsi in tempi ordinari, come pur si è diffusamente avverata, si pensi a cosa può accadere in quelli straordinari come quelli che stiamo vivendo.

In tempi di pandemia, lo stiamo vedendo, i cittadini diventano più realisti, più riflessivi, più attenti a ciò che porta ulteriori problemi, o che li risolve. È vero che non si gradisce contrapposizioni, non si amano le partigianerie, ma si diventano molto più esigenti nel valutare i propri rappresentanti. Per queste considerazioni sono convinto che passata la pandemia, le leadership in molti paesi cambieranno, e i comportamenti non idonei nel governo della sanità ed economia saranno considerati con molto più rigore che in altri momenti vissuti nella normalità.

Prendiamo il caso degli Stati Uniti d’America. La leadership di Trump, che fino a due mesi fa sembrava stabile ed in crescita per affrontare le prossime presidenziali per un suo secondo mandato, in questi giorni i sondaggi la danno in progressiva discesa. Si è troppo percepita la sua superficialità dall’inizio della espansione della malattia,  sottovalutando il Coronavirus come se fosse problema di altri paesi, con affermazioni assai imprudenti. Poi ha cercato di recuperare assumendo una linea di rigore, a fronte di uno sviluppo rapido e largo del virus che sta imperversando negli Usa.

Ma in questi giorni è bastata qualche protesta in alcuni Stati contro il lockdown per spingere Trump ad assumere altre posizioni pubbliche. Infatti in Virginia, Minnesota,  Texas,  Michigan in Hoio, ci sono state vistose proteste, che hanno suggerito a Trump a pubblicare suoi twitter che così si esprimevano: “Liberate Michigan, liberate Minnesota, liberate Virginia”. Il tutto mentre negli States i morti sono 37 mila e gli infettati sono ormai arrivati a più di settecento mila. Ed intanto il suo concorrente del Partito Democratico Joe Biden lo ha superato nei sondaggi.