ISIS SOTTO ATTACCO, UCCISI 15 JIHADISTI IN LIBIA. L’OFFENSIVA NON SI FERMA

Il portavoce libico della, Ismail al Sharki, parlando al media locale al Wasat News, ha dichiarato che negli scontri sarebbero morti almeno 15 miliziani dello Stato islamico, tra cui un comandate di nome Musbah al-Jafiel, conosciuto come “Abu Traab” e l’emiro di Noflia Ali Qarqaa. Accerchiati a Nawfaliyah, i militanti dell’Isis hanno chiesto un cessate il fuoco per poter fuggire verso Sud. Ma le milizie di Misurata dopo aver perso tre uomini hanno respinto la richiesta e “contano di chiudere la partita con questi che si fanno chiamare Isis entro 48 ore”, ha sostenuto una fonte segnalando un afflusso di altri miliziani in corso da Misurata e Tripoli. I soldati libici avrebbero ucciso anche un leader del gruppo jihadista, “un giordano”.

Il motivo che sabato ha provocato gli scontri, sarebbe stato il tentativo dell’IS (che controlla aree centrali di Sirte) di espandersi verso la fascia meridionale ad est del centro abitato: attacco a quanto pare respinto. Ma secondo alcuni osservatori, ci sarebbe anche un’azione di ritorsione per il rapimento di Ali alArbi al-Honi, ministro per i Media del governo tripolitano, catturato sabato a Tripoli, in circostanze misteriose. Nell’ex capitale libica, è noto che si stiano muovendo cellule dello Stato islamico, che stanno compiendo attentati e omicidi mirati.

L’offensiva dell’Isis sembra essere scattata all’indomani del viaggio di Matteo Renzi a Sharm El Sheick, forse una diretta risposta alle dichiarazioni con cui il premier ha ufficializzato, d’intesa con il presidente egiziano Al Sisi, un possibile intervento in Libia. Un intervento destinato nelle parole del premier ad arginare lo Stato Islamico ed evitare la caduta di altre città libiche. A quanto pare però il primo a intervenire è stato proprio lo Stato Islamico.