In Bangladesh oltre 100 scuole islamiche operano senza permessi né controlli

In Bangladesh – nel distretto occidentale di Bogra – operano più di 100 madrase (o madrasse) senza permesso. Le madrase sono le suole pubbliche o private religiose con un percorso formativo specificamente focalizzato sull’apprendimento dei fondamenti, della storia e della letteratura sacra dell’Islam.

Secondo fonti locali, queste istituzioni scolastiche sono collocate in appartamenti presi in affitto, senza strutture adeguate allo sviluppo psico-fisico degli studenti, come un cortile per i giochi o una sala computer. I residenti locali, inoltre, riferiscono anche di abusi e torture perpetrati sugli alunni da parte degli insegnanti, che li costringerebbero a svolgere attività non previste nel curriculum scolastico.

Gopal Chandra Sarkar, responsabile dell’ufficio per l’educazione del distretto, sostiene che non vi è alcun funzionario ufficiale incaricato di supervisionare le madrasse. La notizia desta notevole preoccupazione se si considera che quello di Bogra è il distretto da cui proveniva l’estremista islamico che ha organizzato l’attentato contro p. Piero Parolari, il sacerdote missionario del Pontificio istituto missioni estere sopravvissuto ad un tentato omicidio nel 2015.

Nonostante questo genere di scuole non abbia gli standard minimi per l’educazione dei bambini e, spesso, non vi si insegnino neppure le materie “canoniche”, sono strutture molto frequentate. Questo perchè, per accedervi, si pagano tasse e rette scolastiche nettamente inferiori a quelle delle strutture statali: 1500 taka per studente, cioè 18,4 euro; gli alunni che risiedono nella struttura pagano una retta mensile di 3mila taka, neppure 37 euro al mese. Una cifra alla portata anche delle famiglie indigenti a scapito, però, non solo dell’educazione, ma anche della salute fisica e mentale dei piccoli studenti.