Boeing, stop in 5 Paesi e revisione del software

Deve fare i conti con una tragedia di immani proporzioni la Boeing che, dopo il disastro aereo di Addis Abeba, si trova di fronte a un grave crollo economico a Wall Street ma, soprattutto, alle prese con una ricerca drammatica, quella delle cause che hanno provocato il disastro. Un percorso investigativo che si preannuncia poco semplice e che andrà di pari passo all'aggiornamento dei software dell'intera flotta dei 737 Max, annuciato solo poche ore dopo l'indiscrezione fatta filtrare a proposito della Federal aviation administration, la quale avrebbe intenzione di chiedere alcune modifiche riguardo questo modello di aereo entro aprile. Otto anni dopo la sua progettazione, il 737 Max torna sotto la lente degli analisti in un momento in cui il nome fatica a guadagnare nuovamente fiducia, visti i due disastri in pochi mesi. A picco il titolo in Borsa: nelle contrattazioni che precedono l’apertura di Wall Street perdono oltre l’11%. La segue la Southwest Airlines, la compagnia aerea con il maggior numero di Boeing 737 Max, (34), arrivata a -1,45%.

Indagini in corso

Intanto, ben cinque Stati hanno deciso di lasciare a terra i boeing in questione, dalla Cina all'Indonesia, passando per la stessa Etiopia, Isole Cayman e Mongolia. Secondo quanto riferito dal New York Times, saranno in totale (per ora) 22 le compagnie aeree ad aver deciso di sposare questa linea, lasciando fermi in rimessa 146 aerei su 350. Anche dall'Italia sono arrivate richieste di fermare i tre 737 Max in dotazione ad Air Italy per svolgere tutte le verifiche necessarie sull'accaduto, circostanza sostenuta con forza dall'Associazione piloti, secondo la quale sarebbe il caso “di intervenire su tutte le compagnie italiane che hanno in uso questa tipologia di aeromobile, mettendo a terra le macchine e facendo i controlli necessari”. Il tutto mentre nelle scorse ore era stata rinvenuta la scatola nera, ora al vaglio degli inquirenti per capire cosa realmente sia accaduto su quel volo, costato la vita a 157 persone. Un incidente simile a quello accaduto in Indonesia, con lo stesso modello di velivolo e addirittura un numero maggiore di vittime (189): l'analogia è nella richiesta dei rispettivi piloti di poter rientrare subito dopo il decollo, dato che ha fatto pensare a un possibile difetto proprio nel software.