Partito l'evasometro: monitora i conti correnti degli italiani

Il Fisco imbraccia una nuova arma contro l'evasione fiscale. Se fino ad oggi si sono controllate le dichiarazioni dei redditi per scovare i “furbetti”, a fine agosto si è aperto un nuovo occhio elettronico che andrà a controllare i conti correnti degli italiani. Di fronte a scostamenti evidenti tra quanto uno dichiara e quanto spende o riceve, si accenderà una spia rossa. La misura, ribattezzata “Evasometro”, varata dall'Agenzia delle entrate è entrata in vigore in forma sperimentale a fine agosto ed è retroattiva. In un primo tempo saranno tenuti sotto osservazione i contribuenti che non dichiarano nulla, successivamente i controlli si estenderanno a tutti.

Cos'è

Una novità, perché l'Evasometro un algoritmo che unisce l'analisi dei dati delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani con i movimenti sui conti correnti, come i prelievi di contante, pagamento di bollette, accrediti automatici sui conti. La mole d'informazioni raccolta viene poi mandata alla Sogei, l'azienda in house del Ministero dell'Economia e della Finanze. Si tratta di una misura retroattiva fino a cinque anni, l'anno di imposta di partenza è il 2014.

Come funziona

L'occhio elettronico dell'Agenzia delle Entrate per il periodo di sperimentazione controllerà solo i cosiddetti “evasori totali”, cioè chi non ha dichiarato nulla nel suo 730. Quando poi entrerà effettivamente a regime, si pensa nel 2020, sarà ampliato ai conti correnti di tutte le persone fisiche. Due sono gli elementi principali che saranno vagliati: il saldo e i movimenti. Nello specifico, saranno controllati – come scriveva Il Messaggero a fine agosto – quanti soldi abbiamo sul conto, i flussi di denaro (cioè i movimenti in entratata e in uscita), il saldo del conto di inizio e di fine anno. Questi dati sono poi messi a confronto con le dichiarazioni dei redditi, se l'algoritmo nota un'incongruenza evidente invia un alert alla Guardia di Finanza. Lì possono scattare i controlli.

Cosa succede

Davanti ad anomalie e tra saldi e movimenti, c'è una prima serie di controlli da parte della autorità, resi più facili dall'introduzione di strumenti come la fatturazione elettronica. Qualora qualcosa non tornasse, spetta al contribuente l' “onore della prova”, cioè di fornire una documentazione certa e affidabile che spieghi l'incongruenza. Se la persona fisica non è grado di produrre qualcosa che attesti la tracciabilità dei movimenti, scatta l'accertamento.