Indipendenza della Catalogna, la Corte Costituzionale blocca il referendum

La Corte Costituzionale spagnola ha sospeso in forma cautelare la risoluzione del parlamento della Catalogna, che prevedeva di convocare un referendum unilaterale per l’indipendenza prima della fine di settembre 2017, ed ha avvertito la presidente della Camera, Carme Forcadell, e il presidente della Generalitat, Carles Puidgemont, delle responsabilità, inclusa “quella penale” se il suo ordine di sospensione, già reiterato, venisse ignorato. Le organizzazioni civili e i partiti nazionalisti catalani hanno assicurato che manterranno la loro sfida e che il referendum si terrà.

La corte spagnola ha infatti ammesso lo scorso mercoledì un ricorso del Governo centrale contro una serie di risoluzioni approvate dal Parlamento della Catalogna lo scorso 6 ottobre, in cui si invita il Governo della Generalitat a “indire un referendum vincolante sull’indipendenza catalana, entro settembre 2017″ per mezzo di una domanda chiara e una risposta binaria. Un’altro punto della risoluzione contestava all’esecutivo di Puidgemont la convocazione “immediata” di un “vertice” delle forze favorevoli alla libera determinazione per preparare la consultazione pubblica unilaterale.

Un portavoce della Generalitat ha assicurato che l’appuntamento con il referendum, nonostante il veto della Corte Costituzionale, non è stata cancellato: questo perché un’altra risoluzione approvata dal Parlamento catalano, lo stesso 6 ottobre, non è stata impugnata dal Governo Centrale. Il testo a cui il governo catalano si è “aggrappato” per mantenere il vertice sul referendum è stato presentato da Catalunya si que es Pot (di cui fanno parte Iniciativa per Catalunya, Podemos e Sinistra Unita) e appoggiato da Junto pel Sì e la Cup. In quella risoluzione si chiede sostegno per “raggruppare intorno alla necessità di convocare il referendum il maggior numero di forze politiche e organizzazioni sociali” e si invita il “governo della Genralitat alla costruzione di questo spazio trasversale”.

La Corte ha dato 20 giorni di tempo al governo e al parlamento catalani per trasmetterle le loro argomentazioni in vista della sentenza definitiva che dovrebbe intervenire a inizio 2017. La consulta di Madrid si è sempre pronunciata finora, su richiesta del governo spagnolo, contro ogni spinta indipendentista della Catalogna. Il parlamento catalano – nel quale i secessionisti hanno la maggioranza assoluta – si è pronunciato in ottobre per la tenuta di un referendum sulla indipendenza nella seconda metà del 2017. Puigdemont eletto alla fine dell’anno scorso nuovo presidente della Catalogna, ha confermato l’obiettivo di arrivare all’indipendenza, nonostante la dura opposizione del governo spagnolo che lo ritiene incostituzionale, per la fine del 2017. Nelle ultime settimane il nuovo governo del premier Mariano Rajoy ha tentato di riprendere un dialogo con le istituzioni catalane, affidandolo alla vicepremier Soraya de Santamaria.