“L’uomo mondano è incapace di vedere i poveri”

Commentando il Vangelo del giorno, sulla parabola del ricco epulone, Papa Francesco alla Messa presieduta a Santa Marta ha parlato di chi conduce una vita mondana. L’uomo del vangelo – fa notare il Pontefice -, era un mondano, vestiva “di porpora e lino finissimo” e “ogni giorno si dava a lauti banchetti”, non si dice di lui che fosse cattivo, anzi “forse era un uomo religioso, a suo modo. Pregava, forse, qualche preghiera e due tre volte l’anno sicuramente si recava al Tempio a fare i sacrifici e dava grosse offerte ai sacerdoti, e loro con quella pusillanimità clericale lo ringraziavano e lo facevano sedere al posto d’onore”. Ma non si accorgeva che alla sua porta c’era un povero mendicante, Lazzaro, affamato, pieno di piaghe, “simbolo di tanta necessità che aveva”.

“La mondanità oscura l’anima, rendendo incapaci di vedere i poveri che vivono accanto a noi con tutte le loro piaghe” afferma con forza il successore di Pietro. “La mondanità trasforma le anime, fa perdere la coscienza della realtà”, fa vivere “in un mondo artificiale”, “con il cuore mondano non si può capire la necessità e il bisogno degli altri. Con il cuore mondano si può andare in chiesa, si può pregare, si possono fare tante cose. Ma Gesù, nell’ultima cena, nella preghiera al Padre, cosa ha pregato?”, ha detto “Padre, custodisci questi discepoli che non cadano nel mondo, che non cadano nella mondanità”, “è più di un peccato sottile”, è “uno stato di peccato dell’anima”.

In queste due storie, afferma Bergoglio, ci sono due giudizi: una maledizione per l’uomo che confida nel mondo e una benedizione per chi confida nel Signore. L’uomo ricco allontana il suo cuore da Dio infatti “la sua anima è deserta”, “perché i mondani, per la verità, sono soli con il loro egoismo”, hanno “il cuore ammalato, tanto attaccato a questo modo di vivere mondano”. E poi il ricco non ha un nome mentre il povero aveva un nome, Lazzaro. I “mondani perdono il nome. Sono soltanto uno della folla benestante, che non ha bisogno di niente” ma quando muore si ritrova tra i tormenti negli inferi, e chiede ad Abramo di inviare qualcuno dai morti ad ammonire i familiari ancora in vita. Ma Abramo risponde che se non ascoltano Mosè e i Profeti non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti. Il Papa quindi sottolinea che si è mondani anche quando si cercano manifestazioni straordinarie, perchè “nella Chiesa tutto è chiaro, Gesù ha parlato chiaramente”. “Anche noi – conclude -, se abbiamo il cuore mondano, abbiamo perso il nome. Ma non siamo orfani. Fino alla fine, fino all’ultimo momento c’è la sicurezza che abbiamo un Padre che ci aspetta”, alla fine abbiamo una parola di consolazione.