Papua-Nuova Guinea: oltre 60 morti in scontri tribali

Una nuova escalation di violenze tribali si sta registrando in Papua-Nuova Guinea dove sono state uccise in un'imboscata oltre 60 persone

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E’ salito ad oltre sessanta morti il bilancio degli scontri tra tribù rivali nella regione delle Terre alte, in Papua Nuova Guinea. Le vittime sono state uccise in un’imboscata a Enga, nella regione degli altopiani. Lo rende noto la polizia locale.

La Papua Nuova Guinea è uno Stato dell’Oceania costituito dalla parte orientale dell’isola della Nuova Guinea, da Bougainville, e da una serie di isole come l’arcipelago di Bismarck. In Papua Nuova Guinea esistono centinaia di gruppi etnici indigeni. L’84% della popolazione è infatti autoctona e solo il 13% di origine europea.

Papua-Nuova Guinea: decine di morti in violenze tribali

Violenze tribali in Papua-Nuova Guinea hanno provocato 64 morti. Lo afferma la polizia locale. La strage sarebbe avvenuta in seguito a un’imboscata nella provincia di Enga, nella remota regione degli altopiani dell’isola-nazione del Pacifico meridionale, ha riferito l’Australian Broadcasting Corp. Il massacro – non è chiaro quando sia avvenuto – segnala una grave escalation nella violenza tribale in corso nella regione.

Le violenze sono avvenute vicino alla città di Wabag, 600 chilometri a nordovest della capitale Port Moresby. Si pensa che l’incidente sia collegato a un conflitto tra i membri delle tribù Sikin e Kaekin. La polizia ha ricevuto video e foto che sembrano provenire dalla scena: mostrano corpi spogliati e insanguinati che giacciono sul ciglio della strada e ammucchiati sul retro di un camion a pianale.

Gli scontri tribali

I clan della regione delle Terre alte si sono combattuti per secoli in Papua Nuova Guinea, ma l’afflusso di armi automatiche ha reso gli scontri ancora più mortali e ha intensificato il ciclo di violenza. Il governo ha tentato la repressione, la mediazione, le amnistie e una serie di altre strategie per controllare le violenze ma con scarso successo. L’esercito ha dispiegato circa 100 soldati nell’area, ma il loro impatto è stato limitato e i servizi di sicurezza rimangono in inferiorità numerica e senza armi. Gli omicidi spesso avvengono in comunità remote, con i membri dei clan che lanciano incursioni o imboscate per vendicare attacchi precedenti.

I civili, comprese donne incinte e bambini, sono stati presi di mira in passato. Gli omicidi sono spesso estremamente violenti, con vittime uccise a colpi di machete, bruciate, mutilate o torturate. La polizia lamenta di non avere le risorse per svolgere il lavoro, con gli agenti così mal pagati che alcune delle armi che finiscono nelle mani dei membri della tribù provengono dalle forze di polizia. Lunedì gli oppositori del governo del primo ministro James Marape hanno chiesto il dispiegamento di più poliziotti e le dimissioni del commissario della forza. La popolazione della Papua Nuova Guinea è più che raddoppiata dal 1980, mettendo a dura prova il territorio e le risorse e approfondendo le rivalità tribali.

Fonte: Ansa