Spoleto festeggia i 60 anni del “Festival dei Due Mondi”, Riccardo Muti guest star del concerto finale

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Il “Festival dei Due Mondi” di Spoleto compie 60 anni. E quale modo migliore di festeggiare il traguardo se non con una grande eccellenza italiana, riconosciuta a livello internazionale, quale è il maestro Riccardo Muti che per la prima volta salirà sul podio di Piazza Duomo per dirigere il tradizionale Concerto finale? Un Festival che si preannuncia ricco di artisti, come Bob Wilson con “Hamlet Machine” di Muller in italiano, in scena con gli allievi dell’Accademia nazionale d’arte drammatica. Ma si darà anche spazio al romanzo, con “La paranza dei bambini”, best seller di Roberto Saviano. Non mancherà la danza e la musica, con due grandi esponenti: Roberto Bolle e Fiorella Mannoia in concerto, fino al più importante rappresentante delle arti marziali: Jackie Chan e i suoi 11 guerrieri. E’ questa, in sintesi, la rassegna di Spoleto che andrà in scena nella cittadina umbra dal 30 giugno al 16 luglio, con 17 giorni di spettacoli, 90 titoli e 174 aperture di sipario, più un volume, una mostra diffusa e una tavola rotonda in occasione del compleanno.

Un’edizione celebrativa

“Avremmo voluto un’edizione ancora più celebrativa”, dice Ferrara, che firma anche la regia dello spettacolo d’apertura, il “Don Giovanni” di Mozart diretto dal maestro James Conlon su scenografie di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. “Ma la natura maligna che ha segnato il centro Italia – spiega – ci ha convinto a dedicare più sforzi a chi è stato colpito”. Con la produzione del “Requiem” di Silvia Colasanti “per onorare le vittime del sisma”, ospitando il Coro S. Benedetto di Norcia e “aumentando il prezzo dei biglietti del concerto finale: la parte in più andrà al Comune di Spoleto”. Grande star, il Maestro Muti che al Festival è venuto solo un’altra volta “per un evento privato”. Il programma che eseguirà con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini da lui fondata, dice Ferrara, “secondo indiscrezioni sarà Beethoven e Verdi”.

Rilanciare la manifestazione

Ma la 60/a edizione, con il manifesto firmato da una star come Anish Kapoor e “3 milioni di finanziamenti dal Mibact”, è anche l’occasione per un bilancio di un festival, che, dice il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, “è un mondo, non solo una serie di eventi” con ”un programma ‘altro’, ma accessibile”. “Rilanciare una manifestazione con già 50 anni alle spalle – dice Ferrara – era una sfida ardua. Abbiamo superato le annose difficoltà degli anni precedenti, recuperato le relazioni con privati e media, consolidato l’immagine del festival come evento da non perdere ed eccellenza artistica internazionale. Oggi possiamo guardare con fiducia al futuro”.

L’omaggio della Cina a Dario Fo

Forte delle 80 mila presenze del 2016, quest’anno il Festival vanta anche un protocollo d’intesa con la Cina, di cui ospiterà l’omaggio a Dario Fo con “Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri”, in cinese, diretto da Meng Jinghui. Per il teatro, ecco poi Adriana Asti nelle “Memorie di Adriana” dirette da Andrée Ruth Shammah, Geppy Gleijeses 30 anni dopo ne “Le cinque rose di Jennifer”, di Annibale Ruccello, Alessandro Preziosi nel “Van Gogh” di Stefano Massini, “Troilo vs Cresssidra” di Ricci e Forte, “Intorno ad Ifigenia” di Carmelo Rifici, “Atti Osceni con i tre processi a Oscar Wilde” secondo Ferdinando Bruni e Francesco Frongia. La Fondazione “Carla Fendi”, invece, si dedica a una mostra-spettacolo itinerante, tra la “Genesi nelle suggestioni materiche” del maestro Sandro Chia e un'”Apocalisse” affidata a Peter Greenaway con Saskia Boddeke.