Obama commuta la pena dopo l’appello di Assange: Manning sarà scarcerata

Il Presidente statunitense Barack Obama ha deciso (a due giorni dall’insediamento del repubblicano Donald Trump alla Casa Bianca) di commutare la pena di Chelsea Manning, la transgender condannata a 35 anni di reclusione per aver passato documenti a Wikileaks.

La decisione di scarcerare il militare, che sarà liberato in maggio, è stata presa da Obama alla luce dei due tentativi di suicidio di Chelsea (all’anagrafe Bradley) che attualmente si trova in un penitenziario maschile.

Nella scelta presa negli studi della Casa Bianca ha certamente pesato anche l’annuncio dato pochi giorni fa dal fondatore di Wikileaks, Julian Paul Assange, “ospite” da due anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra per evitare l’arresto per un’accusa di stupro in Svezia. L’attivista australiano aveva inviato un messaggio al presidente uscente nel quale si diceva disposto a consegnarsi alle autorità di Washington in cambio della grazia al militare.

Lo scandalo Manning aveva suscitato un acceso dibattito nell’opinione pubblica, tra pro e contro la divulgazione dei dossier, in quanto riguardavano l’omicidio di diversi civili disarmati da parte dell’esercito americano in Afghanistan e in Iraq.

Nei giorni scorsi, anche Edward Snowden aveva lanciato un appello al primo presidente afroamericano per la sua liberazione. L’informatico statunitense ed ex collaboratore della Booz Allen Hamilton (azienda di tecnologia informatica consulente della National Security Agency), è noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa usati a insaputa dei cittadini dal governo statunitense e britannico.