IRAQ, GIRO DI VITE CONTRO LE TRUFFE AI CRISTIANI

“I funzionari pubblici che favoriscono truffe immobiliari a danno dei cristiani verranno puniti con severe pene amministrative, dalla sospensione temporanea fino al licenziamento definitivo”. E’ quanto annuncia in un’intervista televisiva il Ministro della Giustizia iracheno, Haider Zamili, sottolineando che le “truffe e le sottrazioni illecite di case e terreni appartenenti a cristiani vengono consumate con l’apporto documentato di funzionari corrotti tra quelli addetti alla registrazione dei passaggi di proprietà immobiliari negli uffici catastali”.

Quindi, stando alle dichiarazioni fornite dal ministro, le pene amministrative scatteranno nei casi documentati di partecipazione diretta alle frodi da parte di funzionari pubblici. La lotta alle truffe, oltre all’introduzione di pene severe per i funzionari corrotti, si baserà anche su nuove regole, per rendere più sicure le procedure di compravendita, in modo che sia accertato oltre ogni possibile dubbio il reale consenso dei proprietari a cedere il proprio immobile alla parte acquirente.

Già nel 2014, il politico cristiano Imad Youkhana, esponente dell’Assyrian Democratic Movement, e membro del Parlamento iracheno, aveva denunciato alcuni funzionari pubblici della provincia di Ninive dopo aver raccolto testimonianze documentate sul sistema corrotto con cui molte proprietà (come terreni e case) appartenenti a cristiani “cambiavano proprietario in maniera illecita, senza alcuna autorizzazione da parte dei legittimi titolari dei beni”. Le frodi, connesse a tangenti, avvenivano in grazie all’aiuto di alcuni addetti al registro delle proprietà immobiliari, il tutto facilitato dal fatto che la maggior parte dei proprietari cristiani si trovavano da anni fuori dal Paese.

Youkhana aveva sollecitato i governi locali e federali dell’Iraq a intervenire al più presto per smantellare il sistema truffaldino, individuarne i responsabili e restituire le proprietà passate di mano illecitamente ai legittimi proprietari. Inoltre, aveva anche invitato i cristiani emigrati a verificare lo status delle proprietà che avevano lasciato in Iraq e a riaffermare il proprio pieno diritto su di esse, coinvolgendo in questa azione anche le ambasciate irachene all’estero. Nell’estate 2015, lo stesso Youkhrana aveva poi chiesto alle autorità religiose islamiche di emettere una “fatwa” contro le truffe e gli espropri illeciti compiuti a danno delle proprietà appartenenti ai cristiani.