BERGOGLIO: “OGNI CRISTIANO DEV’ESSERE MISSIONARIO DELLA TENEREZZA DI DIO”

“In un mondo che ha bisogno del messaggio della tenerezza del perdono e della misericordia del Padre, è urgente che ogni cristiano si faccia missionario”. Sono le parole pronunciate da Papa Francesco nel videomessaggio inviato a conclusione del 51° congresso Eucaristico Internazionale, svoltosi a Cebu nelle Filippine, sul tema: “Cristo in voi, la nostra speranza di gloria”.

Se si pensa ai “conflitti, alle ingiustizie e alle urgenti crisi umanitarie che segnano il nostro tempo”, ogni cristiano necessita di “essere un vero discepolo missionario”. Le parole del Pontefice ricordano come “la presenza di Cristo in mezzo a noi non è solo una consolazione, ma anche una promessa e un invito”, cioè che la pace e la gioia eterna un giorno saranno “nostre nella pienezza del Suo Regno”; quindi l’invito “ad andare avanti come missionari”. Francesco ricorda il suo viaggio nelle Filippine dello scorso anno, esalta le qualità di fedeltà e di profonda devozione di quel popolo che 500 anni fa ricevette il Vangelo. Gente che ha saputo mostrare “profonda fede e resilienza” a seguito della devastazione del tifone Yolanda del 2013.

Partendo dal tema del Congresso Eucaristico, Bergoglio sottolinea come Gesù risorto sia “sempre vivo e presente nella Sua Chiesa, soprattutto nell’Eucaristia, sacramento del Suo Corpo e Sangue”. La sua presenza spinge ad essere missionari “per portare il messaggio della tenerezza, del perdono e della misericordia del Padre ad ogni uomo, donna e bambino. Quanto il nostro mondo ha bisogno di questo messaggio! Quando pensiamo ai conflitti, alle ingiustizie e alle urgenti crisi umanitarie che segnano il nostro tempo – dice il Papa – ci  rendiamo conto di quanto sia importante per ogni cristiano essere un vero discepolo missionario che porta la buona notizia dell’amore redimente di Cristo a un mondo che ha tanto bisogno di riconciliazione, giustizia e pace”.

Sembra quindi “appropriato” che il Congresso si tenga nell’Anno della Misericordia, dove “tutta la Chiesa è invitata a concentrarsi sul cuore del Vangelo: la Misericordia. Siamo chiamati a portare il balsamo dell’amore misericordioso di Dio all’intera famiglia umana, a fasciare le ferite, portando la speranza dove così spesso la disperazione sembra avere il sopravvento”. Francesco chiede di riflettere su due dei gesti di Gesù durante l’Ultima Cena, che hanno a che fare con “la dimensione missionaria dell’Eucaristia: la tavola della comunione e la lavanda dei piedi. Per Gesù era importante condividere i suoi pasti con i discepoli, ma anche, e soprattutto, con i peccatori e gli emarginati”.

Ascoltava le loro storie, capiva le loro speranze e aspirazioni, parlava loro dell’amore del Padre. Ad ogni Eucaristia, “dobbiamo essere ispirati a seguire il Suo esempio tendendo la mano agli altri, con uno spirito di rispetto e di apertura, al fine di condividere con loro il dono che noi stessi abbiamo ricevuto”. E in Asia, “dove la Chiesa è impegnata in un dialogo rispettoso con i seguaci di altre religioni, questa testimonianza profetica avviene molto spesso, attraverso il dialogo della vita”.

Gesù lavò i piedi dei suoi discepoli alla viglia della sua Passione, un gesto di “umile servizio, dell’amore incondizionato con il quale ha dato la Sua vita sulla Croce per la salvezza del mondo”. Ed ecco che anche questo insegnamento, la prontezza di aiutare gli altri, è “al cuore del discepolato missionario”. Francesco prende come esempio di questo la generosità e la solidarietà espresse nel dopo-tifone, quando le persone ricostruirono le case e la vita. Ed è l’Eucaristia che “ci parla di questa potenza, che scorre dalla Croce e porta continuamente nuova vita”, che cambia i cuori.

“Essa ci permette di avere cura e proteggere i poveri e i vulnerabili e ad essere sensibili al grido dei nostri fratelli e sorelle che sono nel bisogno. Ci insegna ad agire con integrità e a rifiutare l’ingiustizia e la corruzione che avvelenano la società alle sue radici”. Al termine del messaggio, l’auspicio del Papa affinchè il Congresso di Cebu possa essere “lievito di riconciliazione e di pace per il mondo intero”, e l’annuncio che il prossimo appuntamento del 2020 si terrà a Budapest, in Ungheria.