“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?”

«Voi siete il sale della terra […] Voi siete la luce del mondo»
«Vos estis sal terrae […] Vos estis lux mundi» 

X Settimana del Tempo Ordinario – Mt 5,13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Il commento di Massimiliano Zupi

Appena proclamate ieri le beatitudini (Mt 5,3-10), magna charta del vangelo, nella pericope odierna Gesù definisce quanti lo seguono su quella via «sale della terra» e «luce del mondo». Il sale non è nessun determinato alimento; serve però a rendere saporito qualunque cibo: ingrediente trasversale, che scomparendo rende buono ogni piatto. Così dunque sono i cristiani, se sono realmente quel che il loro nome attesta, discepoli di Cristo e figli del Padre: rendono saporita, fanno vedere quanto possa essere bella e buona la vita su questa terra, se vissuta amando. Nell’antichità inoltre il sale era usato per conservare i cibi: anche i cristiani sono chiamati ad offrire un’anticipazione dell’incorruttibilità dell’amore. Viceversa, pure qualora compissero miracoli o ricoprissero la terra di liturgie, ma non amassero, non varrebbero a nulla (1 Cor 13,1-3): sarebbero da gettare via.

Oltre che sale, aggiunge Gesù, i suoi sono luce del mondo: rendono sensata questa nostra esistenza terrena, degna di essere vissuta. Anche la luce è elemento trasversale: non si identifica con nessun oggetto, ciò nondimeno, permette ad ognuno di essere sé stesso. Ancora una volta, così è l’amore: non domina, ma promuove, non si afferma, ma fa essere, non si cura di sé, ma rende bello ciò che raggiunge. Ora, non si può fingere di essere sale o luce: non basta fare dei bei discorsi, né compiere azioni in pubblico; il sapore e la luminosità non sono un abito esteriore: o permeano tutta la persona, o non sono. Mangiando una pietanza saporita, infine, o ammirando un bel paesaggio, non si pensa al sale né alla luce. Così è il cristiano: non attira su di sé gli sguardi; manifesta piuttosto la bellezza, lo splendore e la gloria del Padre. Testimonia e rinvia alla fonte che lo ha reso tale: affinché anche gli altri, attirati da quella medesima fonte, diventino a loro volta sale e luce del mondo, rendendo sempre più abitabile questa terra.