Milan, Capello spegne le suggestioni: “Tornare? No, ho già dato…”

Era prevedibile: cambiare praticamente tutto l’organico, pur con innesti di qualità, avrebbe richiesto i suoi tempi per una messa a punta definitiva del sistema di squadra. Il problema è che, in fase di campagna acquisti, il nuovo Milan di Vincenzo Montella era stato salutato come una delle principali accreditate al titolo, senza considerare il necessario rodaggio dovuto al rinnovo quasi totale dell’11 titolare. Al momento, però, i rossoneri attraversano una fase estremamente complessa, con un’impronta di gioco che, nonostante sia a tratti visibile, non ha ancora trovato la giusta sinfonia fra gli interpreti. Difficile, però, capire perché a tre mesi dall’inizio della stagione il bandolo della matassa sia ancora così lontano dall’essere trovato. A dare una spiegazione ci ha provato Fabio Capello, uno che il Milan lo conosce bene, intervenuto ai microfoni di ‘Radio 1’: “Quando si fanno le rivoluzioni, con tanti giocatori, bisogna dare tempo all’allenatore. Forse l’errore è un altro: la squadra andava rafforzata nei punti deboli. Più che comprare tanti giocatori, era meglio prenderne tre importanti che facessero la differenza davvero”.

Capello: “Viaggiando ci si arricchisce”

La ricetta più semplice del mondo, quella di don Fabio: pochi innesti ma buoni,qualità più della quantità, con rinforzo dei punti chiave del campo. E’ anche vero però che, almeno in teoria, gli acquisti del Milan sono di un certo spessore, da André Silva a Biglia, passando per Kalinic, Kessié e Chalanoglu, fino ad arrivare al più pagato (e al momento contestato) di tutti, Leonardo Bonucci. E allora, visto che gli acquisti sono stati tanti, per assemblare il mosaico a Montella serve quel tempo che, visti i malumori della piazza, il tecnico potrebbe non avere. Nessuna possibilità, però, che per un eventuale avvicendamento possa avanzare la candidatura di Capello: “Ho già dato ai rossoneri. L’Italia è sempre nel cuore ma ho avuto la fortuna di lavorare in Spagna, in Inghilterra, in Russia e ora in Cina e mi sono arricchito, perché solo viaggiando ci si arricchisce. Quella allo Jiangsu Suning è la mia ultima esperienza: volevo tornare ad allenare una squadra di club e ci sono riuscito, ho ancora un anno di contratto e poi vado in vacanza”.

Elogio a Napoli e Inter

Assieme ai rossoneri, però, l’ex tecnico di Milan e Roma si è concentrato sulle candidate al successo finale, non mancando di sottolineare come in Cina “si parla più dell’Inter che del Milan” e come sia “un peccato che si trovi in questa situazione dopo aver speso tanto”. Meglio concentrarsi, per il momento, sulle altre pretendenti, in particolare su Napoli e Inter: “Ho visto un grande calcio – ha detto riferendosi al big match di sabato sera – come da tanto tempo non ne vedevo in Italia, l’arbitro è intervenuto pochissimo perché la palla viaggiava a mille all’ora. Si sono confrontati due stili molto diversi ma è valsa la pena svegliarsi alle 2.30″.