Abe vince e promette: “Ci occuperemo della Nord Corea”

Come avevo promesso durante la campagna elettorale, il mio compito è di occuparmi fortemente della Corea del Nord, e per questo c’è bisogno di una diplomazia forte”. Shinzo Abe, fresco di vittoria alle elezioni politiche, detta subito l’agenda sulla politica estera e ribadisce l’intenzione di modificare l’articolo 9 della Costituzione del Giappone, il quale sancisce che “il popolo giapponese rinunzia per sempre alla guerra, quale diritto sovrano della Nazione, ed alla minaccia o all’uso della forza, quale mezzo per risolvere le controversie internazionali“. Una disposizione figlia del fallimento dell’imperialismo d’inizio ‘900 e della sconfitta subita nella seconda guerra mondiale. Ma secondo il premier i tempi cambiano e, tanto le minacce provenienti da Pyongyang, quanto le mai risolte dispute territoriali con la Cina, esigono un cambiamento strutturale. Così le forze di autodifesa potrebbero essere ritrasformate in un esercito vero e proprio.

Abe non ha mai nascosto questi suoi propositi e la vittoria elettorale è l’input per andare avanti nella riforma dello Stato. Le elezioni assicureranno ai liberal democratici del primo ministro e agli alleati di Komeito (partito di centrodestra di ispirazione buddista) oltre 310 seggi. Il raggiungimento dei due terzi della maggioranza della Camera bassa, su un totale di 465 seggi contestati – dopo aver già ottenuto un risultato analogo alla Camera dei Consiglieri – significa disporre dei mezzi per riformare la costituzione pacifista.

Secondo le prime analisi dei media nipponici, proprio la crescente instabilità nella penisola coreana e la minaccia di un conflitto nucleare rappresentano le motivazioni più plausibili ad aver spinto gli elettori a scegliere la retorica nazionalista dei conservatori rispetto alle incognite degli altri schieramenti. L’opposizione più accreditata, il Partito della Speranza della governatrice di Tokyo Yuriko Koike, si è rivelata un flop rispetto alle aspettative, malgrado le similitudini col manifesto di Abe sulla riforma della carta costituente. Avanza invece la sinistra più liberale rappresentata dal Partito costituzionale democratico di Yukio Edano, che intende opporsi con veemenza ai programmi della coalizione, incluso il progetto di riattivazione delle centrali nucleari.

A ridosso del risultato elettorale il premier ha spiegato che solleciterà l’appoggio di tutte le forze politiche per il progetto di revisione della costituzione, per il quale non ha ancora previsto un termine. Appare probabile invece un rimpasto dell’esecutivo.