La Fmi stanga Fenati: fermo per tutto il 2018

Non più due ma addirittura sei i Gp di squailfica per Romano Fenati, il pilota di Moto2 che, due settimane fa, aveva tirato il freno del rivale Stefano Manzi durante il Gran Premio di San Marino, quando le loro moto erano lanciate a oltre 200 chilometri orari. La Federazione motociclistica internazionale, che inizialmente aveva previsto per lui una pena tutto sommato lieve (ben più serio il licenziamento avuto dal suo team, lo Snipers) di due corse fermo, ha inasprito il provvedimento nei confronti dell'ascolano, bloccato di fatto fino a fine stagione. Va detto, però, che nei giorni scorsi il pilota aveva lasciato intendere di non essere intenzionato a ripresentarsi in pista dopo il bruttissimo episodio, nonostante lo stesso Manzi (anch'egli incorso nella squalifica a Misano) si fosse detto disposto a perdonarlo.

Il comunicato della Fim

Nel suo comunicato, Fmi spiega che “pur riconoscendo che i piloti, e in particolare quelli che raggiungono il livello più alto di questo sport, sono soggetti a molte pressioni sia dentro che fuori pista”, i rappresentanti “hanno ricordato al signor Fenati la profonda influenza che gli atleti di alto livello possono avere su tifosi e giovani e lo esortano a prendere coscienza della sua responsabilità di dare un esempio positivo in futuro”. Un cambio di rotta che, di fatto, va a smentire le voci che, negli ultimi giorni, parlavano di una linea meno dura nei confronti del 22enne ascolano, il quale avrebbe dovuto essere coinvolto in campagne di promozione e sensibilizzazione sulla sicurezza in strada: “Dopo la discussione con il pilota e il suo rappresentante, la Fim ha deciso di ritirare la licenza del signor Fenati fino alla fine dell’anno civile in corso. Una nuova licenza Fim per la stagione 2019 gli potrebbe essere concessa alle condizioni stabilite nei regolamenti” federali.

Un primo addio

Insomma, il 2018 in sella è finito per Fenati il quale, a ogni modo, aveva già deciso di non tornare: “Il discorso della provocazione arriva fino a un certo punto – aveva detto in un'intervista a Ronny Mengo, di Mediaset – e non può essere giustificato se questo gesto fosse stato fatto per fare del male. In realtà non farei del male neanche a una mosca, era solo per dirgli ‘basta’… Quello che so è che ho fatto una cavolata, ma sono stato giudicato troppo pesantemente. Ora finirò gli studi, mi manca solo l’ultimo anno. Un ritorno in pista? A sangue freddo dico no”.