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Il Parma resta in Serie A ma parte da – 5

Resta in Serie A il Parma, neopromosso in massima Serie con triplice salto in soli tre anni e, fino a poco fa, a rischio retrocessione immediata per illecito sportivo. I giudici del Tribunale federale hanno stabilito che i ducali potranno disputare regolarmente il venutro campionato 2018-2019 ma con cinque punti di penalizzazione e, inoltre, senza il suo migliore attaccante, Emanuele Calaiò. Il bomber ex Napoli, infatti, dovrà scontare due anni di squalifica per i messaggi whatsapp sospetti inviati ad alcuni colleghi il giorno prima del match contro lo Spezia, quello che ha regalato ai parmensi (anche in virtù del pari del Frosinone con il Foggia) la promozione in Serie A. Per Calaiò erano stati chiesti inizialmente 4 anni di squalifica ma, a ogni modo, anche uno stop di 2 anni (più 20 mila euro di multa) risulta estremamente pesante per l'attaccante 36enne.

La posizione dei giudici

Eccezion fatta per la squalifica del suo centravanti, il Parma tira comunque un sospiro di sollievo, dopo una settimana passata a convivere con la paura dell'addio immediato alla massima Serie conquistata con un vero e proprio miracolo sportivo, un unicum in Italia. Va detto che, pur risultando una pena certamente più leggera della penalizzazione, il cammino dei ducali verso la salvezza sarà subito in salita poiché, con un deficit di 5 punti, la lotta per non retrocedere sarà comunque impegnativa. I magistrati, in alternativa, avevano proposto una penalizzazione di 6 punti da scontare però nella prossima stagione. Ancor prima, si era parlato di un -2 da detrarre dai punti accumulati nella stagione precedente il che, in sostanza, averbbe significato la permanenza in Serie B del Parma.

Calaiò

Per quanto riguarda Calaiò, invece, il Tribunale non perdona i messaggi inviati alla vigilia di Parma-Spezia e “ritiene provato che il Calaiò, nell’inviare all’ex compagno De Col i messaggi (…) abbia posto in essere il tentativo di illecito. E' di tutta evidenza, invero che anche la sollecitazione e/o l’invito ad omettere interventi di gioco sulla propria persona, ove accolta, possa ritenersi idonea, quanto meno in termini di tentativo, ad alterare l’andamento e/o lo svolgimento della gara”. Alla fine pena dimezzata ma, comunque, una batosta per l'attaccante e anche per la sua squadra che, ora, dovrà muoversi sul mercato per rimpiazzare il suo centravanti.

redazione

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